CIAMBELLONE SEMPLICE

Complicare è facile, semplificare è difficile.

Bruno MunariCUna fetta di felicità

Difficile trovare un po’ di felicità in questo periodo. Difficile anche saperla riconoscere, quando arriva. Mi sento in balìa di venti troppo forti da poter contrastare, una pioggia fitta e pungente mi tamburella costantemente dentro, l’aria gelida si insinua tra le mie crepe.

Posso solo rincasare. Rinchiudermi dentro. Scaldarmi al focolare. Ritrovare il battito, anche quando fa qualche piccola pazzia e salta o accellera un giro. Cercarmi e ritrovarmi tra le mie cose; individuare quel posto sicuro in cui attendere che la tempesta cessi di farmi vacillare e brezze più miti mi spingano oltre.

Dopo tutto l’Inverno e i suoi silenzi sono alle porte. Per ora posso solo godermi il letargo di mente e corpo. Non è tempo per ruggire questo, non è tempo per gridare. É solo tempo per rimanere rannicchiati davanti al cadere lento delle foglie, fissare i vetri di una finestra e mescolare i propri bioritmi con quelli della natura che piano, piano, si spoglia di se stessa. L’Inverno è dentro, ma anche fuori.

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TORTA PERE, MANDORLE E CIOCCOLATO

“Lo sai perché mi piace cucinare?”
“No, perché?”
“Perché dopo una giornata in cui niente è sicuro, e quando dico niente voglio dire n-i-e-n-t-e, una torna a casa e sa con certezza che aggiungendo al cioccolato rossi d’uovo, zucchero e latte l’impasto si addensa: è un tale conforto!”

(Giulia Child)Gesti

Erano mesi che non passavo di qui. Eppure questa torta, la sua ricetta e i suoi scatti erano pronti da molto tempo, teneramente archiviati tra le cose che mi hanno saputo donarmi maggior soddisfazione e tra i dolci che sono entrati nella mia personale top ten delle preparazioni assolutamente da rifare. 

E in quel assolutamente ci metto dentro tutti i dolci che ormai ripeto ad occhi chiusi. Non sono solo quelli che amo o che amano i miei altri più stretti, ma quelli che mi fanno stare bene. Quelli che, munendomi solo di tempo e grembiuli, col cuore che viaggia pieno e le mani leggere, riproducono gesti lenti, scanditi, cadenzati; gesti che diventano il mio unico, personale rituale di riconciliazione col mondo.

Gesti che smorzano tempeste, allontano i cattivi presagi, riempiono di bene ogni piccola crepa e quasi ogni vuoto. Gesti che sciolgono coltri e malinconie, scuciono silenziosi ogni forma di apatia mi si sia cucita addosso. Gesti che per troppo tempo ho tralasciato di compiere, illudendomi che altrove avrei ritrovato me stessa e la stessa serena pienezza che invece risiede qui, in questo singolo gesto – atto – d’amore, come può esserlo quello di preparare una torta.

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PANCAKES ALLO ZUCCHERO MUSCOVADO

Mai dire mai e soprattutto mai dire ormai

(cit. dal web)Pancakes

Io i pancakes li ho sempre mangiati e ogni tanto li ho anche preparati qui a casa per la colazione. Non spessissimo: quando si tratta di fare colazione la mattina sono il tipo del tipo metto su qualcosa di veloce e gustoso; quindi sì alla macchina del caffè che mi fa la schiuma sul latte, sì alla fetta di ciambellone avanzata dalla sera prima, sì al barattolo di vetro sempre prontamente riempito di biscotti, si allo yogurt preferito o alla granola appena comprata. Ma se devo cucinare pure per far colazione, mi passa la voglia, infilo giacchetto e snakers e me ne vado al forno del quartiere dove sicuramente trovo ogni ben di Dio, già pronto ad aspettarmi.

I pancakes, che pure sono una preparazione rapida,  non rientrano quindi tra le mie abitudini e se hanno fatto capolino sulla nostra tavola è stato certamente in quelle rare occasioni lente, in cui sono riuscita al alzarmi prima di tutti e mentre aspettavo il risveglio di una casa ancor più pigra di me, riuscivo a preparare qualcosa di diverso. Sono stati così una rarità nel mio quotidiano che solo pochi giorni fa ho scoperto di non averne pubblicato neanche una ricetta qui sul blog. E su, diciamocelo, chi di voi, possessori e posseditrici di blog della blogosfera, chi di voi non ha almeno una ricetta di pancake tra le proprie pagine?

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SCIALATIELLI CON PESTO DI PUNTARELLE, PATE’ DI OLIVE E PINOLI TOSTATI

Il verde è il colore principale del mondo, e ciò da cui nasce la sua bellezza.

Pedro Calderon de la BarcaVerde Primavera

Sono verdi i miei pensieri in questi giorni. Verdi di un verde intenso e brillante. Pieno di luce. Verdi come il prato rigoglioso, le piante nel loro massimo splendore, le pioggierelline sottili di petali colorati che riempiono i marciapiedi. Verdi di Primavera, come il mio stato d’animo.

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HOT CROSS CHOCOLATE BUNS

L’inchiostro verde crea giardini, selve, prati,
fogliami dove cantano le lettere,
parole che son alberi.

Octavio PazPrimavere e pastiere

Ecco ci risiamo. La stagione che apprezzo di meno è entrata a gamba tesa in questi giorni ormai pieni di luce. Le giornate sono più lunghe, all’ora di pranzo ci sono già quasi quaranta gradi, il giardino intorno a me è un tripudio di fiori, margherite, boccioli ed api. Io ho sonno, stramaledattamente sonno. Se potessi mi infilerei sotto le coperte di questa stagione per risvegliarmi direttamente in estate, sotto il sole cocente e con una distesa di mare davanti ai miei occhi.

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