“Lo sai perché mi piace cucinare?”
“No, perché?”
“Perché dopo una giornata in cui niente è sicuro, e quando dico niente voglio dire n-i-e-n-t-e, una torna a casa e sa con certezza che aggiungendo al cioccolato rossi d’uovo, zucchero e latte l’impasto si addensa: è un tale conforto!”
(Giulia Child)Gesti
Erano mesi che non passavo di qui. Eppure questa torta, la sua ricetta e i suoi scatti erano pronti da molto tempo, teneramente archiviati tra le cose che mi hanno saputo donarmi maggior soddisfazione e tra i dolci che sono entrati nella mia personale top ten delle preparazioni assolutamente da rifare.
E in quel assolutamente ci metto dentro tutti i dolci che ormai ripeto ad occhi chiusi. Non sono solo quelli che amo o che amano i miei altri più stretti, ma quelli che mi fanno stare bene. Quelli che, munendomi solo di tempo e grembiuli, col cuore che viaggia pieno e le mani leggere, riproducono gesti lenti, scanditi, cadenzati; gesti che diventano il mio unico, personale rituale di riconciliazione col mondo.
Gesti che smorzano tempeste, allontano i cattivi presagi, riempiono di bene ogni piccola crepa e quasi ogni vuoto. Gesti che sciolgono coltri e malinconie, scuciono silenziosi ogni forma di apatia mi si sia cucita addosso. Gesti che per troppo tempo ho tralasciato di compiere, illudendomi che altrove avrei ritrovato me stessa e la stessa serena pienezza che invece risiede qui, in questo singolo gesto – atto – d’amore, come può esserlo quello di preparare una torta.