Tag Archives: CINNAMON

BURRO DI MELE CON CANNELLA E LIMONE

Voglio dormire il sonno delle mele.

Federico García LorcaApple butter

Ci sono delle cose che a mi fanno gola a prescindere. Solo a sentirle pronunciare. Così è stato per la prima volta in cui ho scoperto il burro di mele. Apple butter. Più dolce e invitante di così. Considerando che le mele sono il frutto proibito più pop del mondo e nonostante ciò – questo blog ne è testimone – non c’è stagione che tenga: esse rimangono regine incostrate della nostra cucina, sia salata che dolce, senza macchia e senza noia. Versatili, durevoli, dolci e acidule allo stesso tempo. Colorate per ogni gusto e tendenza, non esiste frutto più versatile e allo stesso tempo insostituibile di una mela.

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TRECCE DI SFOGLIA CON CACAO E GOCCE DI CIOCCOLATO

Le estati volano sempre… gli inverni camminano!

(Charlie Brown, di Charles M. Schulz)Una certa pigrizia domestica

Anche questo inverno sta cedendo il passo alla bella stagione. Il tempo fugge con lui, me ne rendo conto sempre di più studiando cautamente la luce che cambia tra le imposte di casa e ammirando il colore dei miei alberi mutare lentamante. Il limone si sta già tingendo di giallo, l’albicocco presto comincerà a vestirsi di rosa e i due fichi, grandi e maestosi esploderanno a giugno coi loro frutti e quelle foglie larghe e odorose. Il pungitopo e il biancospino invece hanno perso tutte le loro lentiggini rosse. Ogni piccola bacca è caduta, lasciando il posto solo a foglie verdi e qualche spina. Mentre le rose, quelle sì, si preparano ad una fioritura traboccante. E’ arrivata già l’ora di riseminare il verde del prato. Togliere le foglie di lattuga spontanea, tagliare le siepi di alloro e piantare i germogli di quel verde intenso che rischiara gli occchi.

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TORTA INNEVATA DI NATALE

Have yourself a merry little Christmas
Let your heart be light
From now on
Your troubles will be out of sight […]

Una torta innevata 

Quando ho visto questa torta per la prima volta, sulla copertina di una nota rivista, era ancora Novembre inoltrato e i miei annuali sragionamenti sul Natale in arrivo erano di conseguenza una nebulosa vaga e lontana, della quale non avevo di cui preoccuparmi. Ad ogni modo, pur avendo la certezza interiore che mai mi sarei cimentata in un’opera simile per la ricorrenza in questione (chi mi legge conosce certamente la discreta idiosincrasia che caratterizza il mio approccio al periodo natalizio), sono rimasta folgorata sulla via di Damasco dall’incotestabile pizzico di magia che essa trasmetteva.

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FONDANT ALLE MELE

In the middle of every difficulty lies opportunity

cit. dal webMia nonna avrebbe detto.

Mia nonna avrebbe detto: se si chiude una porta, sta per aprirsi un portone. Ma in quest’anno nefasto di porte se ne sono chiuse tante. Forse troppe. E al di là dell’unico portone di una casa che spero presto, potrà aprirsi ai nostri passi, qui di opportunità se ne vedono poche. Troppe poche. Ciò ch’è lampante invece, è la direzione strampalata e sconcertante che sta prendendo l’andamento generale dei rapporti umani e dello stile di vita. Direzione dettata certamente da un’esigenza concreta e contingente che non vuole liberarci e che bisogna necessariamente contrastare, ma che mi provoca uno stato continuo di incertezza e timore per il futuro.

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CROSTATA ARROTOLATA CON CANNELLA, CIOCCOLATO E MARMELLATA DI ARANCE

Napul’é …

E’ tardi. Tardissimo. L’ora di pranzo è passata da un pezzo ed io ancora non mi destreggio girando a vuoto con l’auto in cerca di parcheggio in questo popoloso e affollato quartiere di Roma. Sono in terribile ritardo, continuo a ripetermelo, mentre con la mente passo in rassegna l’intera mattinata, trascorsa e non ancora finita tra le follie di certi cliente e il traffico congestionato. E’ tardi e mi mancano ancora due appuntamenti.

E’ troppo tardi. Vorrei rincasare, ma ho ancora due incontri da rispettare. Per farmi forza, tra lo stomaco che brontola e le gambe che ormai trascino come due pesanti macigni, cerco di riassaporare le immagini del weekend appena trascorso ad Assisi. Faccio uno sforzo grande per cercare di rivedere le sue strade solitarie e silenziose, le sue pietre antiche e i pochi viandanti che, a dispetto di qui, passeggiano con calma tra una chiesa e l’altra. Ma il ricordo più imperioso delle ore passate incolonnata sulla tangenziale si fa strada con prepotenza anche se adesso, finalmente, riesco a fermare l’auto. Così scendo: trafelata e arrabbiata: questo dicembre non me lo sto godendo, troppo lavoro, troppa stanchezza, troppe giornate storte. Intanto alla radio, mentre spengo il motore, passano una canzone di Pino Daniele.

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