SPECULOOS: LE BEGHINE E IL BOLERO DI RAVEL

“Scrivere è nascondere qualcosa in modo che poi venga scoperto”. (Se una notte d’inverno un viaggiatore, Italo Calvino)

Scrivere è difficile, ancora di più se si scrive di se stessi. Soprattutto poi, se si vorrebbe far filare quel discorso tutto raggomitolato che sia ha nella testa il cui filo conduttore inzia col béguinage e si chiude, annodato, col Bolero di Ravel. Ma procediamo per ordine.

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CROMÌE | BROWN (DARK CHOCOLATE CAKE WITH HAZELNUTS AND RHUM)

Voi mi perdonerete l’anglicismo

ma quello di cui oggi raccontiamo è l’unico colore ch, nomen omen, distoglierebbe tutti dalla lettura di questo post. Raccontiamo infatti del Marrone, o come si direbbe nel dialetto della mia città, der marone. Colore che, per quanto mi concerne, fin dal mio primo confronto con lo specchio, ho preferito classificare con altro termine, chè se già era difficile accettare di non essere nata bionda con gli occhi azzurri o, ancora meglio, rossa con gli occhi verdi, figuriamoci poi doversi accettare con capelli ed occhi maroni. Meglio definirli castani e già le cose sembrano più buone …

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CIAMBELLINE AL VINO, CON FARINA DI FARRO E SUCCO D’UVA

Strana questa cosa di dare un nome ai fenomeni meteorologici….

Mentre Agosto sgocciola via e le temperature dovrebbero declinare verso più miti consigli, una nuova ondata di correnti calde sembra voler lambire la nostra bella penisola. Così mentre da queste parti già si fantasticava su atmosfere autunnali, meterologi ed esperti del settore accorrevano accaldati alla ricerca del giusto nome con cui designare l’ondata bollente di turno. Ed io me li sono immagnata, tutti lì, seduti alla tavola rotonda di Re Bernacca, col dizionario della mitologia aperto, a fare la spunta su chi ancora non fosse stato snaturato delle proprie gesta eroiche per finire ricordato sulla tavola dei venti. Così dopo Lucifero che certo non poteva presentarsi fresco e riposato, ma soprattutto fresco, e dopo Caronte che con funerea meticolosità ci ha traghettato verso il caldo estivo, ma soprattutto prima ancora che la bella Poppea, assai esperta nell’arte di spegnere vampe, arrivi da queste parti con le sue piogge, fa capolino il monòcolo Polifemo.

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SOLO AGHI DI PINO, E SILENZIO, E FUNGHI

“… solo aghi di pino, e silenzio, e funghi.” […] Generale, Francesco De Gregori

Ecco: è proprio a De Gregori a cui pensavo intensamente, convincendomi che, se dovesse esistere un luogo in particolare per la sua Generale, questo posto potrebbe essere uno dei tanti boschi che ammantano le Valli Ossolane. Lassù in quota, in Piemonte, così a stretto contatto col confine Svizzero.

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PESCHE E VINO: LA SANGRÌA A MODO MIO

Una brezza leggera e sconosciuta si intrufola timidamente attraverso le tende. L’Estate che sino ad oggi prepotentemente dominava le giornate, sembra aver fatto un passo indietro. Ma la luce del giorno rimane calda, dorata e il cielo terso come pochi.

Di nuvole non ce ne sono, lì. Solo qualche gomitolo bianco, srotolato qua e là, senza un ordine preciso e le cicale, intente a cantare con negligente costanza la loro nenia. La città, finalmente, si è svuotata. Il verde dei prati s’è riempito di siccità, dorata e abbagliante. Il silenzio ha invaso le strade e la periferia. Siamo rimasti solo noi e quel vecchio casale abbandonato, davanti al quale passo spesso.

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