Voi mi perdonerete l’anglicismo…
ma quello di cui oggi raccontiamo è l’unico colore ch, nomen omen, distoglierebbe tutti dalla lettura di questo post. Raccontiamo infatti del Marrone, o come si direbbe nel dialetto della mia città, der marone. Colore che, per quanto mi concerne, fin dal mio primo confronto con lo specchio, ho preferito classificare con altro termine, chè se già era difficile accettare di non essere nata bionda con gli occhi azzurri o, ancora meglio, rossa con gli occhi verdi, figuriamoci poi doversi accettare con capelli ed occhi maroni. Meglio definirli castani e già le cose sembrano più buone …
E allora vi chiederete come mai abbia scelto di dedicargli un post e un’intera sezione di Cromìe? E presto rispondo. Il marrone è invero il colore dell’ingrediente a me più caro; tanto che, se di solo blu potrei vivere, di solo cioccolato potrei morire. Così per onorare e perpretare costantemente questa scelta di vita, del suo colore ne ho fatto il mio mood e delle sue sfumature mi sono riempita l’esistenza.
Al pari della mia dispensa, dove non manca mai una tavoletta di cioccolato fondente ed una scatola di cacao amaro, nel mio guardaroba, follemente ordinato per gradazioni di colore, regna sovrano l’innominabile Marrone, per me declinato nelle mille sfumature che vanno dal tabacco, al beige, al bronzo, al tortora, al color ruggine.
Ah, il color ruggine … Per anni i miei clienti si sono ritrovati in ambienti color taupe o fango, che fa tanto chic e non li fa scappare a gambe levate. E spesso capitava di sentirmi osservata dai loro sguardi perplessi e titubanti, quando a causa del mio abbigliamento monocromatico, riuscivo a mimetizzarmi perfettamente con le pareti della loro casa. Perfino nei miei disegni, un tempo realizzati a china (rigorosamente color seppia) il colore della cioccolata ha regnato per lunghissimo tempo incontrastato. Se vi capitasse di incontrare un mio vecchio collega o un compagno d’avventure professionali, sono certa che la prima cosa che ricorderebbe, ridendo di me, sarebbe l’uso smodato di pantoni e pennarelli color marrone.
Già! Ma il marrone, o brown che dir si voglia, è anche il colore del legno e di tutte le cose belle realizzate con esso; è il colore delle vecchie cartoline ingiallite dal tempo o dei tappeti di foglie croccanti con cui l’Autunno riempie strade e panchine. E’ il colore delle nocciole raccolte a migliaia nell’orto di un’amica e poi tostate in forno; è il colore delle castagne e della stagione che con oggi si sta inaugurando. Marrone è il colore del caffè e se ci penso, anche del suo aroma. Marrone, è decisamente il colore del Vintage, di un libro antico e delle stecche di cannella. E’ il colore irresistibile di una fetta di torta, morbida, golosa e voluttuosa, ricoperta di glassa e praline scure, da gustare con calma mentre la luce del buio arriva prima a fare capolino, ignorando certamente le pazzie di un architetto con capelli e occhi castani ma, come ogni amante del cioccolato, lasciandosi conquistare dal potere terapeutico e consolatorio di una buona dose di serotonina, marrone.
Canovaccio e vaso sponsored by TINEKHOME (distribuzione italiana Amlivingstudio )
RECIPE
Dosi per una tortiera 19 x h 7 cm (Giovelab Collection)
240 g di farina 00
75 g di cacao amaro
80 g di farina di nocciole
240 g di zucchero di canna scuro
150 ml di olio di semi
300 ml di latte
3 uova
1 bicchierino di rhum
10 g di lievito istantaneo per dolci
Per la glassa all’acqua
100 g di cioccolato fondente
70 g di zucchero semolato
120 ml di acqua
Accendete il forno a 160° in modalità statica per riscaldarlo. In una ciotola montate le uova con lo zucchero di canna per almeno 5 minuti fino a quando non avranno incamerato molta aria ed avrete ottenuto un composto chiaro e schiumoso. Aggiungete l’olio a filo e a seguire il latte, girando con movimenti lenti dal basso verso l’alto il composto e facendo attenzione a che non si smonti. Unite poi poco alla volta la farina setacciata, la farina di nocciole, il cacao amaro e il lievito chimico. Per ultimo unite il bicchierino di rhum. Amalgamate bene e versate livellando nella stampo precedentmente imburrato e infarinato. Cuocete per 45 minuti circa fino a quando, facendo la prova dello stecchino, la torta non sarà cotta. Sfornate, fate raffeddare completamente e capovolgete.
Preparate la glasse. In un pentolino a fuoco basso fate sciogliere lo zucchero nell’acqua, fino a quando non raggiunge il bollore e avrete ottenuto uno sciroppo. Togliete dal fuoco, unite il cioccolato fondente tagliato sottilmente al coltello e iniziate ad amalgamare. Rimettete sul fuoco e mescolando continuamente attendete che abbia raggiunto la giusta consistenza (ci vogliono circa 15 minuti). Fate raffreddare un pochino, poi colate sulla torta e aiutandovi con una spatola distribuite la glassa in cima e lungo i lati della cake. Decorate a piacimento (io ho usato scorze di arancia, nocciole e gocce di cioccolato) e servite.
La torta rimane molto umida al suo interno e coperta si conserva per giorni. È buona sia da sola che accompagnata da una pallina di gelato alla panna.
[…] di questo piccolo borgo che, oltre a fare razzia di tutta la cioccolata finita nella mia scorsa cake, ho appreso per la prima volta dell’esistenza del termine béguinage. Termine col quale si […]
Non è mai stato il mio colore preferito ma direi proprio che oggi mi hai convinta. Adoro queste foto, mi hanno colpita dalla prima all’ultima. Bravissima. Eleonora
grazie Eleonora, ne sono molto lusingata. Non ti nascondo che anch’io avevo molte perplessità sulla riuscita di questa cromìa, ma alla fine la bellezza di una cake al cioccolato ha saputo conquistare tutti.
Grazie per le belle parole di encomio.
Caspita! Hai dato onore a questo colore. Mi viene in mente un aggettivo per l’insieme del lavoro e dell’uniformità che non annoia: Potente. Si nota la naturalezza con le quali hai progettato, mica facile.Complimenti e viva le castane!
Ida cara. Viva le castane tutta la vita!! E viva le amiche come te, che hanno un modo tutto speciale, di regalare commenti che ti illuminano le giornate.
Ti abbraccio.
Quante cose scopro di te ogni giorno. E ogni volta mi sorprendo sempre più nel trovare cose che ci accomunano. Capelli color cioccolato, occhi verdi nei giorni di gioia e grigi come la tempesta quando la tempesta mi monta dentro. Il blu è il colore che mi dona di più, quello che più amo nei disegni dei piatti che uso per le foto. Il marrone è il colore delle cose belle e buone, tutte quelle che hai elencato. Quando sognavo di possedere un piccolo bistrot, lo immaginavo color tiffany e cioccolato. La parete in sala, dove ho il divano beige, è color taupe. Ho scelto una cucina color avorio laccato nella parte alta e cioccolato caldo wengé sotto. L’autunno e l’inverno sono le mie stagioni preferite. Le torte al cioccolato sono la mia ossessione. Questa tua ha tutti i sapori che una torta al cioccolato perfetta deve avere, per me. Mi mancavi. Mi mancava tutto questo. Ma per molto tempo sono “mancata” anche a me stessa. Ora sono tornata e mi prendo il tempo di far visita alle persone che adoro. Bello ritrovarti in questi colori, donna dai capelli castani, dagli occhi nocciola intenso. <3
Rebecka, la mia bella “vampiressa”…Sappi che per te, quando vorrai sarò lieta di architettare tutti i bistrot che vorrai e ci metteremo una vetrina, piena di alzatine vintage di ogni sorta, con in bella mostra torte al cioccolato declinate in mille versioni e varianti. Tu fammi solo un cenno ed io arrivo. Ma mi raccomando non mancarci ancora molto, che anch’io non vedo loro di tuffarmi nella tua poesia…
Amica, mai il bistrò diventasse realtà, sarei oltremodo felice ed onorata di affidarlo alle tue due nocciole che di cromìe ne sanno più di me e alle tue abilissime mani. quelle vetrinette tanto belle che si vedono a bruge sono un buon punto di partenza, con quelle belle finestre con traversini e magari qualche porta-finestra con archi a tutto sesto o magari a sesto acuto. E poi i mattoni a vista…Sono senza dubbio elementi di partenza favolosi. 😍
Un post pieno di tepore, di dolcezza, intriso di una tinta calda ricca di ogni sfumatura, del colore delle foglie scrocchiarelle d’autunno, dei ceppi nel fuoco, di una tazza di cioccolata fumante, di quella foto meravigliosa scattata lungo i canali che mi riporta la mente a Norimberga, ai piccoli borghi fiamminghi, che si riallaccia alla mia memoria di felicità, il colore di una torta semplice eppure sontuosa, assolutamente da fare e che renda queste giornate fredde e piovose un po’ di più dolci e piene di calore.
Mi hai colpita, davvero.
Un abbraccio 🙂
Che occhio Tatiana…Quella foto che ti ha colpita tanto è stata scattata a Bruges: un borgo fiammingo di una bellezza impressionante. Un luogo che sembra essere fermo nel tempo con colori e atmosfere che fanno sognare. Mi fa immenso piacere sapere che un mio scatto ti ha riportato alla memoria emozioni vive e piene di calore.,,spero di riuscire a regalarti ancora molto.
Grazie di cuore
A Bruges c’ho lasciato il cuore… ecco perchè il tuo scatto mi ha incantata…
Sei troppo brava, è bellissimo! Mi piace molto questo progetto (Cromìe) che non so se sia solo tuo o condiviso…mi affascina. E comunque anche io amo il marrone in tutte le sfumature, e i colori della terra in generale…mi chiedo spesso se non abbia a che fare con l’intenzione di non risaltare troppo, ma piuttosto di mimetizzarsi con l’ambiente… Un abbraccio!
Alice, Cromìe nasce da una mia personalissima idea, ma come scrivevo nel post, sarei ben lusingata e lieta se qualcuno scegliesse di aderire al progetto e portasse avanti una sua personalissima cromìa. La natura e il cibo, nello specifico possono regalarci veramente tanto, tanto…
un abbraccio anche a te
Complimenti per la ricetta e per le meravigliose foto
Grazie Lucia, di cuore
Arrivo terzo per congratularmi con te, come sempre eccezionalmente brava, unicamente dotata di una affascinante affabulazione, ricca di esemplificazioni narrative che rendono il tutto meravigliosamente reale. La cioccolata, le foglie degli alberi i autunno, il legno, le castagne, le nocciole…tutto è parte integrante e viva di quella unica natura della quale tutti noi facciamo parte.
sognavo già di essere un fauno, pronto ad inseguire una ninfa dei boschi, ricoperta da un mantello marrone e castana negli occhi e nei capelli…
Sono rinvenuto da questo stupendo sogno e mi sono ritrovato dinanzi ad una torta, tutta da desiderar mangiare al più presto per soddisfare la golosità della ricopertura di glassa (marrone) e del dolce (marrone).
Dopo aver letto il tutto ed essermi ripreso, ho avuto il desiderio di indossare un golfino (marrone) non sapendo più se avevo un po’ di freddo o ero ancora incantato dal tuo avvincente narrare!!
Grazie Debora carissima, sei un’amica preziosa, una scrittrice pronta a condividere con noi le sue uniche e così raramente riscontrabili emozioni del cuore.
Francesco, ma dai!!! Penso di essere semplicemente una persona che fa le cose con passione. Nulla di eccezionale. Grazie comunque.
Da un’amante del marrone. Grazie.
Prego Moira, è stato un grandissimo piacere: soprattutto per il palato. A presto
A D O R O !!!!
Bravissima, splendide foto e splendida ricetta!
Cara Lisa…il cioccolato rende tutto adorabile! Ma pure tu lo sei di tuo 😉
baci bellezza