Finalmente lungo i nostri viali, è arrivato il giallo.
Mentre noi ci affanniamo ad anticipare ed affrettare tempi e ricorrenze in tutto e per tutto, la natura ultimamente sembra incedere con passo lento e grave, arrivando tardi ad ogni suo appuntamento. All’estate lunga e afosa è seguito un autunno strano, pieno di foglie rigogliose e verdi che sembravano non voler abbandonare i propri rami. La pioggia e il freddo sono giunti molto tardi, dopo un Ottobre ed un inizio di Novembre ancora molto tiepidi e decisamente strani. Poi finalmente, da qualche giorno, sui nostri viali è ricomparso il giallo.
Quando ero piccola, la mia scrivania era posizionata giusto davanti alla vetrata che dalla camera da letto accedeva al terrazzo e al suo giardino. L’avevo voluta proprio così, anche se era scomodo aprire i battenti per uscire fuori, perchè nei pomeriggi in cui, a scuola ripresa, trascorrevo ore e ore seduta a quel tavolo, tra matite temperate di fresco che odoravano di legno e fogli di carta bianca da lisciare con le dita, mi piaceva distrarmi ogni tanto a contemplare le foglie sugli alberi al di là del vetro. Se ne stavano lì ad affollare i rami, come tante farfalle gialle solleticate dal vento; ed io le guardavo a lungo, misurando il mio tempo col loro batter d’ali. Una foglia, tre foglie, dieci foglie: una manciata di minuti, una mezzora o tre ore. I pomeriggi trascorrevano sereni e veloci, rincorrendo con lo sguardo il loro tappeto dorato formarsi sui viali.
Ricordo che all’epoca il Natale arrivava a Dicembre, nei primi mesi di scuola i rami erano già tutti spogli e si rientrava presto a casa dal cortile condominiale perchè faceva buio. Non avevamo bisogno di cellulari: bastava un orario e un orologio al polso, il resto lo faceva il buon senso. Così al pomeriggio si facevano i compiti alla propria scrivania, tra le briciole del ciambellone appena sfornato ed un bicchiere di latte caldo ad accompagnare i libri. E l’Autunno era una stagione dolce e matura, dove era bello tornare a mettersi sciarpa e cappello di lana per uscire fuori e si giocava con le galoches di gomma lucida ai piedi. Si era così: piccoli puntini colorati e vivaci che si mescolavano tra i rossi e gialli della natura, tutto a suo tempo, tutto a suo modo. Se non avessi la certezza matematica del contrario, direi che, a quell’epoca, il tempo scorreva più lento e i colori erano più accesi. Le giornate non erano piene come oggi se si poteva misurarne i minuti attraverso il cadere delle foglie, ma la noia non esisteva affatto ed oziare aveva lo stesso gusto pieno di una bella cioccolata calda bevuta al cospetto della neve.
Nella mia casa odierna ho riproposto lo stesso schema della casa natale. La scrivania presso la quale raccolgo pensieri ed immagini è a diretto contatto con la finestra e si affaccia su una stradina di quartiere ancora affollata di alberi. Le matite colorate ci sono sempre, insieme ai fogli di carta bianca che mi piace accarezzare coi polpastrelli. Le foglie gialle, anche quelle sono finalmente arrivate. Solo il tempo ha preso a correre in un modo che spesso mi sfugge di mano. Così per cercare di femarlo o in qualche modo di goderne, mi rintano in cucina a spezzettare barrette di cioccolata e rompere uova, metto su un buon pezzo e tra una foglia e l’altra che scivola giù, smossa dal vento, misuro il tempo e me stessa: le note che si sciolgono nell’aria, la torta che cuoce, i ricordi della mia infanzia che ritornano su nitidi come puntini colorati sul tappeto di foglie gialle….Che siano una, tre o dieci, tutto torna al suo tempo, tutto al suo modo.
RECIPE
(liberamente reinterpretata da una ricetta di Gabila)
dosi per uno stampo da 22 cm
200 g di cioccolato extra fodente
50 g di burro
120 g di ricotta vaccina fresca
50 g di farina 00
10 amaretti
100 g di zucchero semolato
3 uova grandi
2 cucchiai di latte
zucchero a velo q.b.
Preriscaldate il forno a 160° in modalità statica. Separate i tuorli dagli albumi e tenete da parte. In una casseruola sciogliete a bagnomaria il cioccolato fondente con il burro fino a quado non avrete ottenuto un composto liscio. Togliete dal fuoco e lasciate intiepidire. Appena pronto unite i tuorli uno alla volta avendo cura di aver fatto assorbile bene il precedente, aggiungete poi la ricotta che avrete precedentemete setacciata e ridotto in crema. Aiutetevi con una spatola, mescolate bene, aggiungete poi la farina setacciata e in ultimo gli amaretti. Quest’ultimi li riduco in farina pigiandoli con il dorso di un bicchiere di vetro. Versate i due cucchiai di latte e tenete da parte. Aiutandovi con le fruste, montate a neve ben ferma gli albumi e mentre montate unite lo zucchero a filo. Appena pronti gli albumi incorporateli al composto al cioccolato facendo movimenti lenti dal baso verso l’alto. Una volta incorporato il tutto, rivestite lo stampo con della carta formo e versate l’impasto avendo cura di livellare bene la superficie e distribuire il prodotto uniformemente. Infornate e lasciate cuocere per circa 10/15 minuti. La torta formerà una crosticina sottile sopra, mentre il suo cuore rimarrà morbido e umido. Sfornate e cospargete di zucchero a velo, servite anche accompagnandovi con una pallina di gelato alla panna.
Non ci sono parole..tutto meraviglioso..forse solo la scelta della cioccolata poteva essere migliore 😉
Alla perfezione bisogna trovare un difetto perchè sia reale
Paola carissima, grazie! Qui la perfezione è tutt’altro che reale credimi ed ogni cosa è sempre perfettibile. Quindi ben vengano tutti i suggerimenti, anche e soprattutto sulla cioccolata 😉
Ti abbraccio forte.
Your blog is so beautiful. wish I could read italian tough
My dear friend, thank you for your kind words. I inform you that I’m seriously considering whether to include the text in English on my blog. I hope to make this step soon.
I embrace you
….con queste immagini non c’è bisogno di dire altro…parlano da sole, e sicuramente parla da sola anche questa torta fantastica, dà l’idea di sciogliersi in bocca, mmmmmm….
Hai ragione Simo questa torta ha la peculiarità di sciogliersi letteralmente in bocca. E’ uno spettacolo! Grazie mille per le belle parole che mi hai dedicato. Un abbraccio
Incanto,
Non riesco ad aggiungere altre parole.
Grazie Lisa…felice e contenta di riuscire ad incantarti!! 😉
Ricordi d’infanzia, dolci come la tua torta tenerina, colorati come i rossi tramonti o le foglie gialle degli alberi autunnali, tutto è “tenero”, degno di ripiegarci su noi stessi e ricordare!!
La casa natale, lo studio e le ore trascorse, impegnandosi e, a volte, fantasticando, in attesa dell’ora di cena e dei sogni della piena notte.
Sì, il tempo allora sembrava procedere lentamente e, nel nostro animo, vi erano le attese di un futuro roseo e felice.
Oggi tutto si è realizzato, il pensiero ritorna al passato e ci sembra che tutto scorra via velocemente e il nostro autunno ci rende nostalgici, ma anche profondamente innamorati dei suoi colori e le tue foto e la dolcezza della tua torta, ne sono la piena certezza.
Io non fotografo se non con le parole e, nei momenti dedicati a me stesso scrivo così:
“E’ qui con noi, è arrivato con un po’ di fresco,
le giornate, però, sono ancora piene di luce,
quando la nebbia, ad ora tarda, dirada ed allora
il sole splende nell’azzurro, terso e luminoso.
Da pochi giorni i tramonti, rossi ed infuocati,
appaiono prima, sempre con i loro romantici
colori, affascinanti e malinconici al tempo stesso,
i boschi ne imitano le variegate sfumature dal
rosso al giallo e le foglie coprono tutti i viali
dei giardini di città, rendendoli un dipinto
carico di nostalgia, ma anche di tanta tenerezza.
Sai regalare ancora tanto e tanto amore, dolce…
Novembre!!”
Come sempre….Grazie di cuore!