TORTE DA CREDENZA, CROSTATE E DOLCI AL CUCCHIAIO

CONFETTURA DI MIRTILLI SELVATICI

[…] Io sto bene quando sto lontano da me. Con quella libertà speciale che ha solo l’uomo di passaggio […]

Niccolò Fabi, Lontano da me

Turismo di vicinato.

Che bella parola vicinato. Sa di conforto, di amicizie della porta accanto, di luoghi a portata di abbraccio. L’Estate quest’anno è arrivata in sordina, quasi come se ci avesse raggiunto in punta di piedi, sulla scia di una lunga convalescenza a cui non eravamo abituati e che non credevamo di aver terminato. Eravamo pieni di dubbi e incertezze, lontani dalla spavalderia euforica degli altri anni che ci spingeva a saltare sul primo traghetto in partenza o su un volo dalla meta ellenica. Così in questi assolati mesi di caldo e carenza di abbracci appunto, ho scelto di trasformare i miei piccoli e sparuti movimenti al di là della comfort zone domestica, in spensierati e fugaci passaggi dal vicinato.  Pochi giorni e pochi chilometri, non troppo lontani da casa, ma comunque lontani, quel tanto che è bastato per scoprire, perdersi e poi ritrovarsi, che è poi il normale giro che fanno le cose nella vita. Lontani quel tanto che basta a riprendere il respiro.

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RISOLATTE CON MELE CARAMELLATE E CRUMBLE

“La buona educazione non sta nel non versare la salsa sulla tovaglia, ma nel non mostrare di accorgersi se un altro lo fa”

Anton Cechov

Questioni di netiquette

E’ una questione di netiquette, mi ha suggerito una mia cara amica. Ed io ne ho preso atto.  Sulle prime ho creduto che stesse utilizzando un termine del vocabolario francese a me ancora sconosciuto, poi ho compreso che si trattava di un vocabolo fresco di conio con il quale viene definita la buona educazione – etiquette – all’interno della rete – net. Compreso questo, la parola mi è subito andata a genio. Poiché pur ignorandone l’esistenza ho sempre ritenuto importante applicare un codice di garbo e buone maniere tanto nella vita reale, quanto in quella virtuale.  E per esser certa che nel decalogo non scritto dei miei intendimenti non mancasse qualcosa trascritto invece nel galateo della rete, mi sono documentata. Quello che c’è da sapere è tutto racchiuso nell’uso del buon senso e della gentilezza.

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MUFFINS CON MUSCOVADO E MIRTILLI AD UN METRO DA TE

Ad un metro da te …

Quanto dista un metro? Cento centimetri? Trentanove virgola trentasette pollici? Un metro è la larghezza di un tavolo, lo spazio di passaggio di un corridoio, un millesimo di chilometro. Abituata da sempre a misurare, dimensionare, prendere le distanze, la rivoluzione che mi è costata di più in questi ultimi giorni è stata il dover capovolgere completamente l’ordine delle grandezze e le priorità ad esse legate. Così che quello che per lungo tempo rimaneva confinato nel campo ristretto e a portata di mano dei cento centimetri è diventato adesso lontano, intoccabile, irraggiungibile. Quanto vale quindi, oggi, un metro? Sono più di quattro passi, percorsi a gambe lunghe, che si alternano in una lunga e ordinata coda davanti al supermercato. Oggi un metro è la distanza di un braccio teso tra me e te, tra me e il resto del mondo. 

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CROSTATA ARROTOLATA CON CANNELLA, CIOCCOLATO E MARMELLATA DI ARANCE

Napul’é …

E’ tardi. Tardissimo. L’ora di pranzo è passata da un pezzo ed io ancora non mi destreggio girando a vuoto con l’auto in cerca di parcheggio in questo popoloso e affollato quartiere di Roma. Sono in terribile ritardo, continuo a ripetermelo, mentre con la mente passo in rassegna l’intera mattinata, trascorsa e non ancora finita tra le follie di certi cliente e il traffico congestionato. E’ tardi e mi mancano ancora due appuntamenti.

E’ troppo tardi. Vorrei rincasare, ma ho ancora due incontri da rispettare. Per farmi forza, tra lo stomaco che brontola e le gambe che ormai trascino come due pesanti macigni, cerco di riassaporare le immagini del weekend appena trascorso ad Assisi. Faccio uno sforzo grande per cercare di rivedere le sue strade solitarie e silenziose, le sue pietre antiche e i pochi viandanti che, a dispetto di qui, passeggiano con calma tra una chiesa e l’altra. Ma il ricordo più imperioso delle ore passate incolonnata sulla tangenziale si fa strada con prepotenza anche se adesso, finalmente, riesco a fermare l’auto. Così scendo: trafelata e arrabbiata: questo dicembre non me lo sto godendo, troppo lavoro, troppa stanchezza, troppe giornate storte. Intanto alla radio, mentre spengo il motore, passano una canzone di Pino Daniele.

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CONSUETUDINI D’AUTUNNO: BROWNIES CASTAGNE E CIOCCOLATO

Come un sentiero d’autunno: appena è tutto spazzato, si copre nuovamente di foglie secche. Franz Kafka

Ogni Autunno che ritorna è come un signore un po’ curvo: se ne rimane lì, tutto stretto e ingolfato nel suo cappotto color del miele e passa piano davanti al mio davanzale. Lo vedo camminare a passo lento, trascinando dietro di sé una grande valigia rettangolare gonfia di foglie, legna da ardere e ricci di castagne. Una valigia piena dei colori d’Autunno che come una magia ad ogni suo passo colora d’oro e ruggine ogni piega della terra.

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