MALTAGLIATI AL FARRO CON ZUCCA, CECI E BRODO DI CURCUMA

Mi sembrava davvero che quella casa ci stesse aspettando.
Perché anche le case aspettano i loro inquilini, sopravvivono anni lontano da noi e poi aprono le loro braccia di porte e di persiane a una giovane coppia, a due scemi che tremano di felicità.
Margaret Mazzantini

La prima cosa bella e questo Autunno

Finalmente una bella notizia. La prima cosa bella (canterebbe Nicola di Bari) è stato sapere che questo anno così complicato e paradossale ci regalerà in colpo di coda l’emozione di una casa nuova. Una casa tutta intera e tutta nostra dalle fondamenta al tetto, con giardino ed alberi da frutto, un’enorme pungitopo e lo spazio per un piccolo orto. Un pezzo di campagna all’interno della città, dove poter coltivare l’alternarsi delle stagioni e delle persone a noi care. E questo Autunno, che porta già con sè i colori e la ruggine delle foglie cadute, non avrebbe potuto iniziare meglio.

L’abbiamo atteso a lungo. L’Autunno e l’ingresso a casa nuova. Così tanto che adesso parlarne sembra quasi di cattivo auspicio. Ci ritroviamo a sussurare parole piene di progetti e idee, a bassa voce e quasi di nascosto da noi stessi. Siamo pieni di vorrei, faremo, avremo; condizionali scelti con prudenza e garbo, come una preghiera: che tutto arrivi come lo avevamo immaginato e sia stabile e certo, come il primo freddo che arriccia il naso o la camicia di flanella e tartan a scaldare le spalle.

La prima cosa bella di questo Autunno è avere addosso la sensazione di casa. É saperla come noi,  specchio di quello che siamo e amiamo, tutti e quattro. Grande ad accogliere le nostre passioni, piccola a rassicurarci: una cucina  spaziosa e una biblioteca piena di libri, la mansarda per le foto, la poltrona vecchia col quotidiano e la sua finestra accanto, il giardino con le lucciole, le luci soffuse, il verde del prato, il tavolo rotondo e le sedie Thonet, un camino acceso in inverno, le lenzuola di lino e le tovaglie ricamate, la batteria acustica e un pianoforte vero, il giradischi e la musica ovunque. Un pezzo di ciascuno insomma, tra le pieghe dei muri e non solo. Sarà questa casa che presto, appena pronta, racconterà di noi, di quello che siamo.

Una famiglia in brodo, direi.

Se invece dovessi farlo io, se dovessi raccontarvi qualcosa di questa  famiglia, per prima cosa direi che siamo tutti tipi da brodo. E lo siamo sempre e per tutte le stagioni. Può capitare infatti che persino a Ferragosto ci si ritrovi a tavola di fronte a un bel piatto fumante di tortelli in brodo o che, tra le nostre ricette salva cena, si prediliga spesso e semplicemente spezzettare la pasta e poi tuffarla in quella coccola tutta casalinga che è l’acqua calda insaporita. Per noi, per questa famiglia, il brodo è più rappresentativo del tepore domestico, di quanto possa esserlo una pantofola ammorbidita dall’uso o una tazza di the fumante. Per noi il brodo è casa.

Del resto di brodo in queste pagine se n’è parlato spesso, tra odi e tortelli di preparazioni che ne tenessero in conto, ne abbiamo realizzate qualcuna e condivise tante. Figurarsi quindi la gioia e l’entusiasmo generale quando, allo squillare del campanello, ci è arrivato in dono un pacco  Bauer pieno di ogni sorta di insaporitori e dadi biologici per il brodo, con gusti e tipi adatti ad ogni sorta di preparazione brodosa. Il più piccolo di noi ha esclamato: Evvai, il più grande ha detto: metti su il brodo, preparo la pasta.  E questo accadeva a fine Agosto. Ecco, che poi alla pasta, come spesso accade, ci abbia pensato io, è un dettaglio irrilevante. E non solo quel giorno.

Di zucche e camicie a quadri

Quando la scorsa settimana con l’agognato arrivo dei primi freddi e dell’imminente cambio di palette stagionale, ho ripreso in mano l’obiettivo fotografico, la cara Simona, con cui si discuteva di atmosfere e fotografia,  mi ha gentilmente lodato per l’accostamento di zucche e camicie a quadri.  Ecco, allora per un attimo, ho pensato ch’io fossi caduta nel solito clichè fotografico ma devo certamente aver fatto un errore di valutazione, poichè le sue parole hanno descritto in pochi termini proprio l’idea che volevo trasmettere. E quando questo accade, soprattutto per un proprio scatto, non esiste premio che tenga: si può solo essere felici e basta.

Felici, come si è felici di impastare, di tornare a sporcarsi le mani dietro nuvole di farina e uova da rompere. Felici di avere del tempo a disposizione, per trasformare una coccola (un bel piatto di brodo caldo) in un’altra coccola, realizzando una pasta fresca fatta in casa e accompagnandola con ingredienti tutti autunnali: la zucca, i ceci, la curcuma. In questa casa in genere il brodo vegetale lo si prepara il giorno stesso o la sera prima, con alloro, cipolla, carota, sedano ed un pomodorino a dare colore. Ed è difficile che si ricorra ad insaporitori e dadi che potrebbero avere il gusto della fretta; eppure anche questa volta devo certamente aver fatto un errore di valutazione. Il dado alla curcuma bio, prodotto dalla Bauer ci ha regalato un gusto morbido e speziato, che difficilmente sarei stata in grado di realizzare, regalandoci tutto il tempo necessario di preparare i maltagliati, sederci  a tavola e davanti ad un piatto fumante di zuppa calda, tornare a sognare della casa nuova.

RECIPE

dosi per 4 persone

 Per i maltagliati al farro

100 g di farina di farro

100 g di farina integrale

2 uova fresche

1 presa di sale

1/2 guscio d’uovo colmo di vino bianco

Per la preparazione

3 spicchi di zucca (circa 300 g)

250 g di ceci già lessati

500 ml di acqua

1 dado alla curcuma Bauer

un pizzico di peperoncino

2 spicchi d’aglio

prezzemolo fresco

1 cucchiaino di curcuma in polvere

olio extra vergine d’oliva q.b.

sale e pepe.

Iniziate preparando i maltagliati. Su di una spianatoia unite le deue farine setacciate, disponete a fontana e con due dita ricavate un buco al centro. Rompete all’interno le due uova, unite il vino bianco e la presa di sale, poi con l’aiuto di una forchetta iniziate a sbattere le uova, amalgamando dolcemente e lentamente tutta la farina intorno. Lavorate con la forchetta prima, poi con le mani, impastando ocn energia e vigore, fino ad ottenere un panetto liscio e compatto. Prendete la macchiana per la pasta fresca e ricavate delle sfoglie rettangolari, fermandovi allo spessore n. 7. Tagliate in strisce con una rondella dentata e poi a losanghe, dando ai maltagliati una dimensione irregolare. Spolverate con un po’ di farina, distribuite su un canovaccio pulito e lasciate essiccare per 1 oretta.

Preparate il brodo alla curcuma, sciogliendo in 500 ml di acqua un dado Bauer alla Curcuma. Appena pronto, fate insaporire qualche minuto a fiamma bassa e poi tenete da parte. Sbucciate, lavate la zucca e riducetela a cubetti. In una casseruola ampia ponete l’aglio schiacciato intero, il peperoncino a pezzetti (o secco) e un filo di olio extra vergine di oliva e lasciate dorare dolcemente.

Unite quindi la zucca, del prezzemolo fresco e i ceci scolati dal loro liquido di conservazione: fate saltare un istante, poi versate il brodo alla curcuma quel tanto che basta a coprire il tutto. Proseguite la cottura aggiungendo brodo  poco alla volta se necessario e lasciando che zucca e ceci si ammorbidiscano bene. All’ultimo unite i maltagliati e portateli a cottura: ci vorranno circa 5 minuti, ma potrete regolarvi con il brodo rimanente per ottenere un piatto più cremoso o liquido. Impiattate e decorate con un filo di olio extra vergine di oliva, del prezzemolo fresco tritato  e servirte subito.

NOTE: potete usare i ceci secchi, tenendo presente che dovete tenerli in ammollo per circa 12 ore e poi lessarli.

 

5 Comments

  1. FONDANT ALLE MELE - 14 Novembre 2020

    […] nefasto di porte se ne sono chiuse tante. Forse troppe. E al di là dell’unico portone di una casa che spero presto, potrà aprirsi ai nostri passi, qui di opportunità se ne vedono poche. Troppe […]

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  2. Francesco 29 Settembre 2020

    Un meraviglioso e magico incipit, tutto cuore ed amore, dal sapore dolce, dal profumo di una casa nuova, dalla felicità per la realizzazione di un desiderio e dal calore della famiglia. Auguri, carissima Debora, per la nuava casa, per la tua passione fotografica e per le splendide foto che realizzi, per la tua bravura in cucina e per donarmi minuti di grande piacere nel leggere queste tue narrazioni da valente e sensibile scrittrice.

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    • debora 30 Settembre 2020

      Francesco bentornato!
      Sono molto lieta di ritrovarti tra queste pagine oggi ancora un po’ polverose, ma domani (presto) profumose di novità e nuovi luoghi. L’emozione per casa è tanta, anche se dovremo ribaltarla tutta e conformarla ai nostri gusti e alle nostre esigenze: ma forse, per una volta, finirò col fare l’architetto creativo, senza che nessuno metta limiti alla mia stessa creatività. Spero di condividere presto anche qui i vari aggiornamenti.
      Grazie ancora

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  3. Ilaria 29 Settembre 2020

    Auguri di cuore per questa bellissima novità 🙂 Che sia un autunno carico di emozioni e cose belle! Belle come le tue foto!
    Ila

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    • debora 29 Settembre 2020

      Grazie Ilaria…qui siamo emozionati oltre ogni modo! Speriamo presto di poterla far vedere in foto 😉

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