TORTELLINI IN BRODO CON RIPIENO DI SPINACI, SPECK E RICOTTA SALATA

I miei racconti tutti (contenuti) in un cucchiaio

Ero ancora seduta a tavola. Il pranzo era finito da poco ed io rigiravo tra le dita un vecchio cucchiaio d’ottone. Lo fissavo apparentemente senza interesse, scrutando l’interno vuoto della sua cavità un po’ cicciotta, e un po’ appuntita, come se avesse potuto, da un momento all’altro, regalarmi la ricetta della vita eterna. I vapori e i profumi del pasto appena concluso invadevano ancora la cucina, mentre dai vetri appannati filtrava la luce del primo pomeriggio. In quella cavità d’ottone, qualche attimo prima c’era stato del buon brodo bollente e una manciata di tortellini fatti in casa, freschi di farina e spianatoia.

Così ero rimasta a tavola. Mi ci ero seduta col grembiule ancora sporco di farina e i capelli raccolti e arruffati dietro la nuca, con la frettolosa impazienza di chi vuole saziarsi, perchè sa che ad attenderlo c’è il suo boccone preferito. E adesso che quel cucchiaio s’era più volte riempito e più volte vuotato, nella sua cavità iniziavo a intravedere tutto quello che andava oltre il piacere di gustare quel buon pasto caldo.

Avevo pensato a Proust e al potere di una certa letteratura, ch’era stata capace di spalancare mondi partendo dal sapore di una semplice madeleine e poi avevo pensato a mio padre che delle tradizioni di famiglia tramandava quel modo tutto suo di arrotolare gli spaghetti nella cavità di un cucchiaio. Pensavo a Giulia e un po’ a me stessa, alla certezza di come, oltre al brodo caldo, in quel cucchiaio, io avessi raccolto un racconto, tramandando le dosi di una ricetta assieme a quelle della mia vita. Chi come me, mette le mani prima in pasta e poi sulla tastiera, tutte queste strane elucubrazioni può capirle bene.

Ricordo bene la prima volta che entrai in un blog come il mio. La prima volta che assaporai attraverso lo sguardo un bel piatto di pasta e rimasi colpita da quel modo di narrare una storia. E di codesta cosa mi prese piacer sì forte che, come vedete, ancor non m’abbandona …

Quello a cui pensavo col mio cucchiaio d’ottone tra le dita sta proprio in questa strampalata consapevolezza: ogni piatto qui, tra queste pagine, ha una storia da raccontare o è egli stesso il protagonista di un racconto. C’è un evidente fil rouge che attraversa le immagini, le parole e gli ingredienti di ciascuna ricetta ed è lo stesso filo conduttore che imbastisce di volta in volta un trama nuova per chi, come voi, dall’altra parte dello schermo, si sofferma a leggere. A volte si scrive di storie della nostra infanzia, altre di viaggi, di tradizioni a noi care, altre ancora di stati d’animo e sentimenti. E la penna o il cucchiaio che dir si voglia, si esprimono attraverso quell’unico linguaggio, universalmente riconosciuto, che sa comunicare in maniera schietta e immediata arrivando in pancia e in testa allo stesso modo: il cibo.

Così può accadere che si voglia di raccontare della prima volta in cui si è preparata la pasta fatta in casa. Dell’energia che ci vuole nello stendere un impasto sottile, mentre ad ogni giro di mattarello mille pensieri si affollano e sparpagliano in testa, si inseguono, rincorrendo la sensazione di conforto e tepore che solo un piatto di tortellini riesce a regalare. E nello stesso cucchiaio ricolmo di brodo, nella sua cavità un po’ cicciotta, un po’ appuntita, si riescano a contenere allo stesso tempo ingredienti e racconti di un’unica storia.

RECIPE

dosi per 2 persone

Per la pasta

200 g di farina tipo 2 per pasta fresca

100 g di farina 00

3 uova

una tazzina di caffè con acqua

una presa di sale

Per il ripieno

250 g di spinaci

50 g di ricotta salata grattuggiata

30 g di Parmigiano Reggiano grattuggiato

4 fette di Speck del Trentino, tagliate un po’ spesse

noce moscata q.b.

pepe q.b.

olio extra vergine d’oliva

Per il brodo vegetale

1.5 l di acqua al naturale

1 cipolla bionda

2 coste di sedano con tutte le foglie

2 carote

2 pomodorini

qualche foglia di alloro

qualche foglia di salvia

Iniziate preparando i tortellini: disponete su una spianatoia le farine setacciate e mescolate tra loro, dandogli la classica forma a fontana. Rompete all’interno le uova, aggiungete il sale e, aiutandovi dapprima con una forchetta iniziate a mescolare il tutto, per poi finire a impastare con le mani. Formate un panetto omogeneo e liscio, aggingete l’acqua in fase di impasto per lavorarlo meglio. Appena pronto, avvolgetelo nella pellicola e riponete in frigo a riposare per almeno 30 minuti.

Nel frattempo preparate il ripieno: in un padellino con un filo d’olio e dell’acqua calda fate cuocere gli spinaci fino a quando non saranno molto morbidi. Fate raffreddare, poi strizzate bene per togliere l’acqua di cottura e versate in una ciotola con il parmigiano, la ricotta salata e le fette di speck ridotte in dadini. Frullate il tutto fino ad ottenere un ripieno cremoso. Spolverate con un pizzico di noce moscata e pepe nero e tenete da parte. In questo tipo di ripieno non aggiungo mai il sale, in quanto speck e ricotta salata lo rendono già molto saporito.

Mettete a cuocere il brodo vegetale, in modo che quando avrete finito di praparare i tortellini sia già pronto. Riprendere l’impasto, infarinate la spianatoia e il mattarello e procedendo con molta pazienza e tanta energia stendete l’impasto fino ad ottenere una sfoglia sottile circa mezzo millimetro. Per aiutarvi potete dividere l’impasto in più parti o utilizzare la macchinetta per la pasta. Su ciascuna sfoglia con un coppapasta circolare ricavate dei dischi, inserite al centro la punta del cucchiaio di ripieno e richiudete a mezzaluna. Pressate con le dita il bordo per chiudere bene il ripieno, poi arrotolate dando la classica forma del tortellino. Procedete fino ad esaurimento della pasta.

Non appena il brodo sarà pronto e ancora con il bollore vivo, regolate di sale e versate i tortellini che avrete preparato. Lasciate cuocere fino a quando non verranno su a galla, ci vorranno pochi minuti, poi servite accompagnandoli con il brodo stesso e una bella spolverata di parmigiano in scaglie.

 

 

 

7 Comments

  1. […] resto di brodo in queste pagine se n’è parlato spesso, tra odi e tortelli di preparazioni che ne tenessero in conto, ne abbiamo realizzate qualcuna e condivise tante. […]

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  2. Paola Sartori 16 Novembre 2017

    Il piacere di leggere il piacere di osservare … mi manca il piacere di assaggiare ma posso avere il piacere di rifare il tuo piatto..;) Complimenti!

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    • Debora 21 Novembre 2017

      Grazie paola…anche per me è un piacere ( e un onore) sapere di averti tra le lettrici più assidue. Quando rifarai i miei tortellini, spero che vedrai un pezzetto di me nella concavità del tuo cucchiaio.
      Ti abbraccio

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  3. Lisa 16 Novembre 2017

    Rimango sempre incantata… dalle foto, dalle ricette e dalle tue parole!

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    • Debora 21 Novembre 2017

      Lisa, bella mia grazie….ed io mi accorgo di rimanere sempre in ritardo nei miei doveri nei tuoi confronti 😉 devo assolutamente spicciarmi!!
      Un bacio

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  4. Francesco 15 Novembre 2017

    Non c’è niente da fare o da dire!!
    Ogni volta che leggo ciò che scrivi, tra il serio ed il faceto, tra la musica e la “Commedia”, tra la testa e la pancia, tra il cuore e l’anima, hai la capacità proustiana di far rivivere anche a me immagini di spaghetti arrotolati nel concavo del cucchiaio, tuo padre, come il mio!!
    Ogni volta che assaporo queste delizie che tu prepari, con quella sacra ritualità dei gesti e con la partecipazione tua, emozionale e passionale, fai sì che, chiunque ti legga, riesce a sentire questi stessi sentimenti che provi tu.
    Ogni volta che leggo i tuoi racconti, sempre più mi convinco, che essi non sono solo racconti, ma storia vera, vissuta, ricordata, amata e generosamente condivisa con noi lettori.
    Non voglio più affermare che sei brava, ma, considerata la bontà dei tuoi tortellini e la fattura professionale, la gustosità di un meraviglioso profumato brodo, credo che l’unica cosa che debba accompagnare il tutto sia da assegnarti un riconoscimento di-vino!!

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    • Debora 21 Novembre 2017

      Sì Francesco, dietro ogni scatto, ogni parola, ogni ingrediente scelto c’è sempre un pezzetto di noi che sinceramente e spontaneamente si rivela ed offre al lettore. E’ il nostro modo di condividere una passione, di portare al di là dello schermo il buono che sappiamo fare… e siamo molto fortunati quando capiamo di essere arrivati dritto al cuore di ogni nostro singolo lettore.
      Grazie

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