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I BISCOTTI DELLA NONNA E LA CREMA PASTICCERA

Biscotto
/bi·scòt·to/
aggettivo: cotto due volte
sostantivo maschile:  Dolce di piccole dimensioni, composto di farina, zucchero e grassi, con eventuale aggiunta di uova e di aromatizzanti, cotto a lungo in forno per renderlo friabile e croccante.
Biscotto.
Nel mio caso sia l’uno che l’altro: un piccolo dolce composto di farina, zucchero e uova (i soli albumi) cotto due volte. Un aggettivo e un sostantivo insomma. Ma anche un ricordo affiorato alla mente all’improvviso con la stessa prepotenza di un temporale estivo ed un legame forte, di quelli che non hai più a portata di abbraccio, pronto a riaffiorare con poco. A me è bastata una foto, quella di qualcuno che prima di me aveva già bis-cotto quello stesso dolce, per riportarmi indietro nel tempo e nella memoria.

E tornare bambina è stato un attimo. Così come riassaporare la consistenza e il profumo di quel dolce e rivivere in un solo morso ogni attimo in cui quei biscotti alle mandorle, i biscotti della mia nonna, sono stati protagonisti di tante merende speciali. Loro: biscotti e crema pasticcera.

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MUFFINS CON MUSCOVADO E MIRTILLI AD UN METRO DA TE

Ad un metro da te …

Quanto dista un metro? Cento centimetri? Trentanove virgola trentasette pollici? Un metro è la larghezza di un tavolo, lo spazio di passaggio di un corridoio, un millesimo di chilometro. Abituata da sempre a misurare, dimensionare, prendere le distanze, la rivoluzione che mi è costata di più in questi ultimi giorni è stata il dover capovolgere completamente l’ordine delle grandezze e le priorità ad esse legate. Così che quello che per lungo tempo rimaneva confinato nel campo ristretto e a portata di mano dei cento centimetri è diventato adesso lontano, intoccabile, irraggiungibile. Quanto vale quindi, oggi, un metro? Sono più di quattro passi, percorsi a gambe lunghe, che si alternano in una lunga e ordinata coda davanti al supermercato. Oggi un metro è la distanza di un braccio teso tra me e te, tra me e il resto del mondo. 

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MADELEINE ALLE MANDORLE E FIORI D’ARANCIO

[…] Da dove m’era potuta venire quella gioia violenta? Sentivo che era connessa col gusto del tè e della madeleine. […]

MARCEL PROUST,  À la recherche du temps perdu, vol. I, Du côté de chez Swann.

Difficile parlare di Madeleine, senza citare Proust e la sua ricerca, mentre invece vorrei parlarvene in altro modo o forse soltanto portarvi a seguire in silenzio il rincorrersi sui tasti di Keith Jarret al suo Koln Concert. Eppure queste piccole Madeleine sono la chiave di tutto: il passaggio al ricordo, alla memoria, quel determinato sapore che riporta indietro nel tempo.  La chiave stessa del viaggio. Ecco perché di viaggio vorrei parlare. Ché non sia solo la partenza da un punto e l’arrivo in un altro, ma il tragitto stesso: quella linea retta, curva, spezzata, a volte immaginaria che finisce col saldare le due estremità, per poter unire le Madeleine di Swann e la Zia Leonia, me e il concerto di Keith Jarrett.

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TORTA DI MELE E MANDORLE

Che Autunno sarebbe senza una torta di mele?

Di mela in mela, di anno in anno, di foglia in foglia. Ciclicamente, come il tepore dell’estate di San Martino, come l’alternarsi dei giorni e delle stagioni, come l’aria che si imbrunisce e le lancette che si rincorrono fino al mattino e poi di nuovo fino alla sera dopo. Certe preparazioni ritornano, scandiscono il tempo della vita. Ogni torta di mele che si rispetti è così: è il passaggio dell’autunno, luce che si accorcia, le domeniche trascorse in casa perché fuori, ormai, è già buio.

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CHITARRE AL PESTO DI BIETA ED ERBA CIPOLLINA

Prendere la decisione di avere un figlio è importante. E’ decidere di avere per sempre il tuo cuore in giro al di fuori del corpo. ELIZABETH STONE

Ci ho riflettuto a lungo.

Ho pensato che quando sarò madre, vorrò avere due figli: non uno, ma ben due figli maschi. Ho fantasticato tanto su di loro e quando li avrò, vorrei proprio che fossero esattamente come me li sono immaginata, come desidero che siano.

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