

Tum, tum pà … tum tum, tum pà pa pa pa … Tum, tum pà…
Alla tenera età di 5 …. ehm 35 anni ho deciso che mi sarei messa a suonare la batteria. A dirla tutta l’idea malsana mi frullava in testa fin da piccola, ma non ho mai avuto il coraggio di dirlo a mio padre: grand’uomo d’altri tempi, siciliano, per il quale il mondo doveva girare in un senso solo e sicuramente non con le donne sedute dietro ad un rullante. Poi per pigrizia e indolenza ho lasciato che il tempo passasse. Tanto tempo. Fino a che, quando ormai era diventato decisamente ridicolo che una donna della mia età si piazzasse dietro a un rullante, ho iniziato a prendere lezioni.
Volevo preparare le Panelle. Mi ero ripromessa: da brava siciliana nel mio blog, prima o poi, ci saranno tre ricette must della mia terra: pane e panelle, arancine e iris. In ordine di difficoltà, pane e panelle è la cosa che richiede meno impegno e che più facilmente mi riporta con la mente alle mie estati in Sicilia … Il sole caldissimo, l’acqua blu degli scogli di Cinisi, il mercato del pesce alle quattro del mattino, le gite con la barca a Favignana e la nuvola di Erice, il profumo del chioschetto di pane e panelle che raggiungevi scalzo dalla spiaggia per gustarti il tuo bel pranzo a mare insieme ad una cedrata ghiacciata.
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