QUICHE CON PESTO DI CAVOLO NERO, ROBIOLA E NOCI

“Le piace la musica Jazz?”  – “Alle due del mattino?!” – “Oh, a qualunque ora del mattino!”

Woody Allen (Café Society)

Ed io sospiro, sognante, con ancora negli occhi le luci malinconiche e i colori di un’incantevole New York anni Trenta. Era un po’ che non me ne andavo al cinema e tornarci con Woody Allen è stata proprio una gran cosa. Soprattutto per me che ho sempre guardato a quel periodo con fascino e ammirazione: gli abiti di seta lunghi su silhouette magrissime, i locali fumosi affollati di jazz e brillantina, le macchine d’epoca, Central Park incorniciato dallo skyline newyorkese, le note di Gershwin, i gangsters un po’ gentiluomini e lo swing… Luci e magie ritratte da una fotografia che lascia abbagliati.

Scopro di avere un debole per i film ambientati in quel periodo. Tra le pellicole che porto nel cuore, per qualche congiuntura astrale, la maggiorparte di esse è ambientata in quegli anni, anche se ciascun fotogramma ha lasciato il segno per motivi che superano la mera collocazione temporale. Così per qualche istante volo da New York in Kenya per sorvolare la maestosa bellezza de La mia Africa e rimanere ancora, per l’ennesima volta colpita dalle parole che ne compongono il suo canto. E come non parteggiare per le ragioni sentimentali e non, di due amiche che ammaliano api e raccontano di laghi ghiacciati volati via con le oche, mentre si cucinano Pomodori verdi fritti alla fermata del treno. Come non rimanere in silenzio e riascoltare mille, cento volte la colonna sonora di C’era una volta in America? Ma soprattutto, come non sognare di indossare, almeno una volta, il più bel costume che la storia del cinema abbia mai realizzato: l’abito di seta verde indossato da Keira Knightley in Espiazione?…. Ah per quel vestito, confesso tutta la mia frivolezza, farei veramente follie.

Che poi di verde in verde, mi accorgo di avere un’altro debole, oltre agli Anni Trenta: la voglia di impastare e pestare verdure che in questo periodo sta caratterizzando le preparazioni della mia cucina. Ed è così che finisco con l’invertarmi questa quiche, impastando a tempo di Jazz (chè il Jazz si sa, va bene alle due e a qualunque ora del mattino) una pasta brisè leggera e friabile, con un ripieno al pesto di cavolo nero che col suo verde, è una gioia per gli occhi anche solo a guardarlo!

E se è la seta di quell’abito verde a farmi sognare, non da meno è il lino naturale dei tessili per la cucina distribuiti e venduti da Wazars Store.

( Nella foto, canovaccio a scacchi, 100% lino lituano)

RECIPE

(dosi per uno stampo da 22 cm)

Per il pesto di cavolo nero

5/6 foglie tenere di cavolo nero

una bella manciata di noci

2/3 cucchiai colmi di Parmiggiano Regiano

150 ml di olio extravegine d’oliva

 

Per la pasta brisè

300 g. di farina 0

80 ml di acqua naturale

80 ml di olio extra vergine d’oliva

un pizzico di sale

 

Per il ripieno

2/3 cucchiai di pesto al cavolo nero

150 g. di robiola fresca

50 g. di noci tritate finemente

2 cucchiai di Parmigiano Reggiano

1 uovo sbattuto

sale e pere q.b.

Iniziate preparando il pesto. In un recipiente inserite tutti gli ingredienti e con l’aiuto di un mixer, frullate il tutto fino a ottenere una crema liscia. Regolate di sale e tenete da parte. Preparate poi la pasta brisè. Disponete la farina setacciata in una ciotola e aggiungete a filo prima l’acqua e poi l’olio ed il pizzico di sale. Girate velocemente con una paletta di legno, poi riversate su un ripiano per impastare e lavorate fino ad ottenere un bel panetto liscio. Avvolgete in pellicola e lasciate riposare in frigo per circa 30 minuti. Una volta trascorso il tempo necessario, dividete la pasta brisè in due porzioni, rispettivamente 2/3 e 1/3 del tutto. Prendete la parte più grande e aiutandovi con un mattarello e un po’ di farina, stendetela fino ad ottenere un disco di poco più grande del vostro stampo. Ricoprite lo stampo e con i rebbi della forchetta bucherellate il fondo. Preparate il ripieno: unite alla robiola il pesto di cavolo nero, le noci sminuzzate molto finemente, il parmiggiano reggiano e l’uovo sbattuto. Amalgamate bene gli ingredienti e riempite la pasta brisè. Richiudete il bordo con la pasta di poco in eccesso e con l’altro pezzo che avevate messo da parte ricavate striscioline o altre decorazioni tipo la mia per coprire il ripieno. Preriscaldate il forno a 180° e lasciate cuocere fino a quando la pasta brisè non sarà dorata. Sfornate e servite caldo.

 

 

 

 

14 Comments

  1. Lara 1 Febbraio 2017

    Sei andata al cinema a vedere un film di Woody Allen senza di me? Farai anche belle foto poetiche e dai colori splendidi ma sei una brutta persona, te lo dico eh? hahahaha, non è colpa tua se mi tocca aspettare che Sky abbia la bontà di metterli in on demand, ma a casa mia sono l’unica ad amarli e non solo quelli ambientati negli anni 30, anche quelli della new york attuale e nevroticamente affascinante che lui così bene affresca. Deliziosa Tarte.

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    • Debora 5 Febbraio 2017

      E tu pure hai ragione!! Quindi prometto che rimedio appena posso. Se vieni a trovarmi ti organizzo una bella cenetta, tarte inclusa, e ci godiamo tutto il Woody Allen che vuoi…e guarda che non scherzo bella mia! Ti aspetto sul serio

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  2. Melania 1 Febbraio 2017

    Deb che foto meravigliose che hai creato. I colori, quei gesti semplici pare di riviverli lì con te. Di sentire quella musica così sognante, immaginare per un attimo di trovarsi in altri luoghi con certe atmosfere.
    Si, mi piace tutto qui. Specie perché mi sento a casa. Un abbraccio Mely

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    • Debora 1 Febbraio 2017

      E tu sei a casa qui da me!! E’ proprio così che vorrei si sentisse chi passa a trovarmi…in un luogo accogliente, dove ad accogliere sono solo sorrisi e cose buone da mangiare, soprattutto per le amiche speciali come te! 😉

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  3. TIZI 31 Gennaio 2017

    altro che anni ’30… a me incantano le tue foto! hai creato una cornice incantevole e rustica al punto giusto per esaltare al meglio questa quiche, che tra l’altro assaggerei proprio volentieri dato che adoro il cavolo nero ma non l’ho mai mangiato in una torta salata! super complimenti 🙂

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    • Debora 1 Febbraio 2017

      Grazie Tiziana!! Anche per me questa quiche è stata un esperimento, ma credimi l’è proprio venuto bene. Fammi sapere se la rifai e intanto grazie, grazie mille per le belle parole che mi hai dedicato.

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  4. Alessia 30 Gennaio 2017

    MA LA MERAVIGLIA!! Deb, continua ad essere ‘incavolata nera’ (cit. 😊) e a sfogarti creando pesti meravigliosi col tuo mortaio! Bravissima, foto da urlo!

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    • Debora 31 Gennaio 2017

      Cara Alessia…avrei forse dovuto scrivere “di cavolo in cavolo”, visto che si narranno di tue prodezze con cavoli neri ridotti in chips. Ad ogni modo è bello pensare che l’amicizia abbia a volte, dei fili invisibili che ci legano e accomunano nelle scelte, nei gesti e perchè no?…negli ingredienti delle nostre ricette.
      Ti abbraccio di cuore

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  5. Rebecka 30 Gennaio 2017

    Bellezza struggente La mia Africa e i suoi protagonisti. Bellezza infinita quel verde espiazione e il verde del tuo pesto. Gli anni ruggenti anche per me hanno un fascino invincibile, come l’umorismo di Woody Allen…
    Posso avere una fettina di quiche? Anche piccolina….

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    • Debora 31 Gennaio 2017

      Bella Rebecka, mi fa molto piacere scoprire di avere così tante cose in comune con la mia “vampiressa”! e comunque che fai? Chiedi? Per te, quando vuoi, ti aspetta una quiche intera ed un abbraccio grande!! 😉

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      • Rebecka 31 Gennaio 2017

        Allora ne approfitto biecamente e porto una bottiglia di Primitivo di Manduria, che affoghiamo la quiche e le incavolature 😀 😛

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        • Debora 1 Febbraio 2017

          Approfittane, approfittane: io non aspetto altro!!<3 <3

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  6. Francesco 30 Gennaio 2017

    Oh, carissima Debora!!
    Come ringraziarti per questa tua geniale idea!! Organozzare, in queste gelide giornate invernali una indimenticabile serata, ascoltando jazz, mentre si prepara la quiche, gustarla, appena pronta, accanto al camino e guardare uno dei tuoi film cult in compagnia di mia moglie e, magari, commuoverci con la musica e le immagini di “C’era una volta in America”.
    Carissima, non sei solo una bravissima architetto!!

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    • Debora 31 Gennaio 2017

      Grazie Francesco…bello sapervi in tali faccende affacendati e con un pizzico di orgoglio saper d’esserne io l’artefice!! Ci rivediamo prestissimo, su questi stessi schermi… 😉

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