PAPPARDELLE CON RAGÙ DI CORTILE E PESCHE CARAMELLATE NELLO CHARDONNAY

“Un’estate è sempre eccezionale, sia essa calda o fredda, secca o umida.”

Gustave Flaubert

Appunti visivi

Siamo giunti alla fine di Giugno. Abbiamo scalavallato il Solstizio d’Estate con la sua luce imperitura e ci prepariamo ad accogliere i mesi più caldi, fatti di cicale e piedi a mollo. Del mio amore altrettanto imperituro per la stagione estiva, credo di avervene parlato almeno un migliaio di volte, così tante che per quanto mi sforzi non riesco a trovare molto altro da descrivere o raccontare. Vorrei che a parlare per me, fossero invece le immagini e il sapore di questa ricetta.

Come ogni donna innamorata ho la testa piena di appunti visivi sull’Estate, fotogrammi in parte vissuti, in parte da rivivere. Ma sono tutti molto chiari e definiti. Precisi come l’ombra di una meridiana al mezzogiorno.

Campi dorati su cui si stagliano ordinate e composte balle di fieno. Papaveri rossi smossi dal vento. Il profumo dei mirti in fiore e l’odore pungente delle foglie di fico. Gli ultimi fiori di campo, prima delle spighe secche e riarse. La frutta polposa, zuccherina, più dissetante d’un bicchiere d’acqua. I capelli bagnati che si asciugano al vento. I piedi scalzi. La sabbia rovente e quella bagnata dalle onde della battigia. I tramonti lunghi e arrosati. Le sere in cerca di uno spritz. La voglia di stare leggeri. Il vestire leggeri, il sentirsi leggeri. Il rosso vivido dell’anguria e quello polposo dei pomodori. I gelati. Il rumore del mare in una conghiglia, il rumore del mare con la testa sott’acqua. L’abbronzatura. Le lentiggini. La pelle color del sole. L’aria del mattino, quando ancora fa fresco e le cicale ammutoliscono. L’aria della sera quando ancora fa caldo e i grilli cantano. Le file di lampadine accese ordinare e seriali sopra una tavola imbandita. Le luci scomposte e fuggevoli delle lucciole tra i prati.

Un Settembre scorso

E’ già trascorso un Settembre da quando ho provato per la prima volta questa ricetta. Quasi un anno fa. L’estate si stava chiudendo allora, ma ricordo di aver trattenuto fra i denti il sapore dolce delle pesche, come se desiderassi addentare l’estate ancora a lungo. E mi sono ripromessa di rifarla, non appena quella polpa gustosa fosse tornata ad essere disponibile. Così eccomi qua. Un piatto di tagliatelle fresche, il profumo del mirto appena in fiore e l’ebrezza ghiacciata dello Chardonnay. E la carne bianca. La carne di cortile. Quella tenera, gustosa, che sa di passeggiate nell’aia. Pollo, tacchino e per i palati più coraggiosi coniglio. Senza neanche bisogno di macinarla. Il risultato è sorprendentemente saporito e gustoso. Degno di ogni Estate che sia da ricordare.

Va bene per una domenica a pranzo o per una cena tra amici in giardino. Una ricetta perfetta per valorizzare la grana ruvida e spessa della pasta all’uovo, come piace a me: non troppo stretta e non troppo sottile. Che si arrotoli bene tra i rebbi e trattenga tutto il condimento. Come sono le pappardelle di Casa Milo, così è questa ricetta estiva.

Buona Estate a tutti voi!

RECIPE

dosi per 4 persone

250 g di Pappardelle Casa Milo

500 g carne bianca a pezzi (pollo, tacchino, coniglio)

60 g olio di oliva

2 cipollotti

2 carote

1 costa sedano

2 rametti rosmarino

150 ml vino bianco

1.5 brodo vegetale

q.b. sale

q.b. pepe

3 noci pesche o pesche normali

10 g di burro

1 bicchiere colmo di Chardonnay

3 cucchiai di zucchero semolato

Pulite tutti gli odori (i cipollotti, sedano, carote) e tritateli finemente, compreso qualche aghetto di rosmarino e fate rosolare in un tegame con l’olio di oliva, dopodiché unite la carne bianca tagliata a pezzi piccoli, ma non macinata e fatela cuocere a fuoco moderato senza coperchio per almeno 15 minuti mescolando. Una volta che la carne ha preso colore versate il vino bianco e fatelo evaporare, girate tutti gli ingredienti con un mestolo di legno ed aggiungete i rametti di rosmarino che andrete a togliere a fine cottura. Salate, pepate e continuate la cottura per circa 1 ora a tegame coperto ed a fuoco basso, mescolando ogni poco ed aggiungendo del brodo poco alla volta, regolatevi in base alla cottura della carne. Tenete da parte il brodo avanzato per cuocerci le pappardelle. Non appena la carne sarà cotta, tagliatela finemente al coltello e tenete da parte.

Nel frattempo lavate le noci pesche, liberatele del nocciolo e tagliatele a spicchi sottili. In una padella antiaderente unite il burro, le pesche, il bicchiere di Chardonnay e lo zucchero. Fate rosolare e cuocere a fiamma bassa, fino a quando le pesche non si saranno caramellate e il vino quasi del tutto asciugato. A quel punto unite il ragù di cortile e spadellate per pochi minuti, giusto il tempo di amalgamare i sapori. Portate il brodo avanzato al bollore, calateci le pappardelle, regolate di sale e non appena saranno al dente, toglietele dal fuoco e mantecatele con un bicchiere di acqua di cottura e il ragù bianco alle pesche. Servite spolverando con pepe, coriandolo, un po’ di formaggio grattugiato e qualche pezzo di pesca fresca. Servite caldo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *