BRIOCHE DANESI CON CREMA E MELE

“La misura dell’intelligenza è data dalla capacità di cambiare quando è necessario.”

Albert Einstein

La muta

Ed io ho cambiato. Non per misurare questa mia intelligenza che non riterrò mai bastevole per la comprensione del mondo e delle persone, ma, come spesso accade, per lasciarmi alle spalle qualcosa. Una muta fisiologica che scaturisce in me come un riscatto ed una rivalsa contro lo stesso mondo e le stesse persone di cui fatico a comprendere comportamenti ed azioni o dopo lunghi periodi negativi e situazioni intollerabili. Pochi giorni fa leggevo, di un blog le cui parole mi catturano l’anima. Parlava di bivi, di scelte e lievitati. Così ho scelto di cambiare. Ho messo un punto e intrapreso una muta.

I cambiamenti in fondo sono il motore della mia intera esistenza. Per fortuna o sfortuna ogni bivio che mi si è presentato davanti ne ha portato qualcuno. A volte piccolo a volte rivoluzionario. Ma alla fine di ogni intera e completa rivoluzione ho sempre ritrovato me stessa. Con qualcosa in più. Con più forza e caparbietà a volte, con più passione altre, con più voglia spesso di mutare meno e comprendere di più. Ma questo non sempre è facile o possibile, perché la comprensione è uno stato d’essere mutuo e reciproco, è un moto empatico che non può essere unidirezionale. La comprensione è un cerchio tondo e pasciuto come una mela.

L’essenza delle cose

Così dopo 5 anni di onorata carriera anche questo blog ha una veste nuova, un abito nuovo di zecca con qualche fronzolo in più e qualche luccichio in meno. Ma la muta cambia la pelle, non l’essenza delle cose. E a questa mia essenza, proprio questa qui, che traspare in ogni scatto e in ogni singola parola, che sia di ingrediente o di vita vissuta, non voglio rinunciare.  Perché è ad essa che guardo indietro prima di ogni bivio: per ricordarmi chi sono e ritrovarmi così anche là dove voglio arrivare. E all’ignaro o avvezzo passeggero che passi da queste parti chiedo solo un’occhio critico e la giusta dose di curiosità. Affinché riesca a guardare, al di là delle apparenze o dei vestiti nuovi, all’essenza delle cose.

Mele e brioche

Ma in tempi di relazioni mutevoli e cambi di direzione, c’è bisogno anche d’un punto fermo. Io l’ho trovato in certe similitudini tra spirali ipnotiche e brioche sfogliate e nelle mele. Non semplici mele, ma Mele Val Venosta. Non semplici brioche dunque, ma brioche Danesi. Il mio punto fermo così l’ho provato al primo morso, che ricorda la consistenza di un croissant ma nella sua essenza racchiude la dolcezza della crema e la freschezza di una fetta di mela. Il mio punto fermo l’ho trovato in collaborazioni come questa, quando dopo 5 anni di onorata carriera questo blog (me stessa), può ancora vantare oltre ad una veste nuova qualcosa di buono e di bello da raccontare, dove apparenza ed essenza, come in pochi altri rari casi, coincidono.

RECIPE

INGREDIENTI

Dosi per circa 20 brioche

Per il lievitino

70 g di acqua a temperatura ambiente

125 g di farina 0 Manitoba

8 g di lievito di birra disidratato

Per l’impasto principale

75 g di zucchero semolato

30 g di burro a temperatura ambiente

2 uova

75 g di latte intero

1 cucchiaino di sale

I semi di una bacca di vaniglia

150 g di farina W 170

150 di farina 0

200 g di burro per sfogliare

NB se non si vuole preparare l’impasto sfogliato va benissimo un rotolo di pasta sfoglia già preparato

Per la crema pasticcera

350 ml di latte intero

1 limone biologico

1 baccello di vaniglia

3 uova (soltanto i tuorli)

100 g di zucchero semolato

1 cucchiaio di amido di mais

1 cucchiaio raso di farina 00

Per spennellare

1 tuorlo

1 cucchiaio di latte

Per finire

2 mele Golden Deliscious

Zucchero a velo q.b.

Zuccherini in fiocchi

Se decidete di realizzare l’impasto sfogliato da soli, iniziate il pomeriggio prima con la seguente preparazione.

Per prima cosa preparate il lievitino: basta semplicemente impastare insieme tutti gli ingredienti indicati fino ad ottenere un impasto liscio e compatto. Mettete l’impasto ottenuto in una ciotola capiente riempita con acqua a temperatura ambiente e lasciate che il lievitino si attivi. Dopo qualche minuto infatti l’impasto verrà a galla e questo sarà il segno che è pronto per essere usato.

Mentre aspettate che il lievitino si attivi, pesate gli altri ingredienti dell’impasto.
Versare il sale, lo zucchero, le due farine setacciate nella ciotola della planetaria. Mescolare leggermente, poi aggiungete il latte, i semi di vaniglia e le uova ed iniziate ad impastare usando il gancio per lievitati.
A questo punto il lievitino dovrebbe essersi attivato e potete quindi aggiungerlo all’impasto. Per ultimo unite i 30 grammi di burro. Impastate a velocità media finché l’impasto sarà incordato e bello setoso: tenderà infatti a diventare tutt’uno col gancio dell’impastatrice.
Infarinate leggermente una ciotola fate una palla con l’impasto pronto, coprite con pellicola e lasciate riposare in frigo per circa 1 ora e mezza. Prima di estrarlo controllate che abbia raggiunto una temperatura di circa 4° – 6°.

Prendete il burro per sfogliare. Vi consiglio di acquistare un panetto bello alto perché vi semplificherà le operazioni di stesura. Tagliatelo in fette sottili e disponetele vicine tra loro tra due fogli di carta forno a coprire un quadrato di circa 25 cm di lato. Con l’aiuto di un mattarello stendete il burro in modo da ottenere un foglio quadrato di burro. Riponetelo in frigo e lasciatelo riposare. Prima di utilizzarlo per la sfogliatura controllate che abbia una temperatura di circa 14°/15°.

Trascorsi i 90 minuti riprendete l’impasto e stendetelo in un rettangolo di circa 50×25 cm: mettete il foglio di burro sulla parte bassa dell’impasto e ricopritelo con l’altra metà ripiegata. Sigillate i bordi intorno al burro, riprendete il mattarello e allungate l’impasto fino ad ottenere nuovamente un rettangolo 50 x 25 cm. Poi piegate a libretto l’impasto, ripiegando il lembo alto verso il centro e poi il lembo basso sempre verso il centro. Ruotate di 90 gradi, ristendete l’impasto nuovamente a 50 x 25 e ripetete l’operazione. Ruotate nuovamente, allungate e ripiegate a libro, per un totale di tre pieghe.
Una volta effettuato l’ultimo giro di pieghe, avvolgete l’impasto nella pellicola senza stringerla troppo e riporlo in frigo tutta la notte, o per 8-10 ore. L’impasto lieviterà e triplicherà il suo volume. A quel punto sarà pronto per essere usato.

Prima di usare l’impasto sfogliato preparato da voi o comprato, realizzate la crema pasticcera. Scaldate il latte insieme alle bucce del limone e ai semi del baccello di vaniglia. Portatelo dolcemente al bollore. In una terrina montate con le fruste a mano i tuorli con lo zucchero, poi piano piano incorporate anche l’amido e la farina. Mescolate bene fino ad ottenere un composto spumoso e liscio. Togliete il latte dal fuoco e filtratelo sul composto d’uova, poi mescolate e riponete tutto sul fuoco. Sempre girando con le fruste, lasciate cuocere fino al completo addensarsi della crema. Togliete dal fuoco, versate in una ciotola pulita e coprite con la pellicola. Fate raffreddare completamente. Lavate le mele, tagliatele a fettine sottilissime e lasciatele riposare nel succo di limone fino al loro utilizzo. A questo punto riprendete l’impasto e stendetelo su un piano di lavoro infarinato. Dategli una forma rettangolare sempre grande circa 25 x 50 cm e ritagliate delle striscioline verticali larghe circa 1.5 cm. Tenendo fermi i due capi di ciascuna striscia, arrotolate ciascuna di essa e poi disponetela attorcigliata a spirale su un ripiano infarinato. Fate riposare per circa 20 minuti. Prendete un bicchiere piccolo e con il fondo pigiate al centro di ogni spirale per ricavare un incavo. Distribuite al suo interno un cucchiaino abbondante di crema pasticcera. Sbattete leggermente il tuorlo con il latte. Spennellate la superficie delle brioche e decorate sopra la crema pasticcera con le fette di mela che avete preparato in precedenza. Infornate a 180° statico e preriscaldato e lasciate cuocere fino a doratura. Estraete, fate raffreddare su una gratella e poi decorate con zucchero a velo e granella di zucchero prima di servire.

 

6 Comments

  1. Ahhh è tutto un rinnovarsi e spesso davvero non ce ne rendiamo conto. Come il vento che ora sbatte le persiane e porta quel profumo che ieri sera, alla stessa ora, non c era. Mai darsi per scontate,mai pensare di non poter essere altro…seppur fedeli a se stesse. E le tue parole arrivano, come la nuova veste,arrivano come i colori che scegli, come le foto sotto il piattino. Mi sono davvero lasciata cullare da queste parole e da immagini che hanno dentro anche un po’ di musica…basta ascoltare il suono di un cambiamento che è come vento.Ti abbraccio forte Deb. S

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    • debora 26 Maggio 2020

      Il suono del cambiamento che è come il vento…Me ne ricorderò certamente Sara. Ogni volta che quel vento scompiglierà un po’ troppo i capelli, o farà rabbrividire, ogni volta che sopraggiungerà all’improvviso e tutte quelle in cui mi travolgerà come un uragano. Ma me ne ricorderò, perché come dici tu è in questo vento che risiede il senso delle cose: mai ferme, ma per fortuna sempre mutevoli.
      Per te, vorrei che adesso quel venticello, ti portasse una carezza lieve e tanta luce bella, di quella che noi amiamo fotografare. Così, per ricambiare la bellezza delle tue parole e del tuo sostegno.
      Un abbraccio forte, Pancettina.

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  2. Tiziana 16 Maggio 2020

    inizio con WOW!!! la slide è meravigliosa, l’associazione delle foto e dei soggetti con il cibo è davvero incantevole!! complimenti mi piace molto, poi le parole, non sai quanto io sia d’accordo, è proprio quello che vedo in questo periodo ancora di più, come la gente si schiera e pur di rimanere fedele a questo nega l’evidenza e diventa tutto paradossale, sembra che cambiare idea, farsi delle domande, porsi dei dubbi sia disonorevole! Anche io fatico molto a capire le persone ultimamente, o meglio, in realtà le capisco ma non concepisco il modo che hanno di rapportarsi e questo dai social alla vita di tutti i giorni, l’empatia.. questa sconosciuta, ognuno pensa che la sua situazione sia la peggiore, visioni unilaterali, mai che si valutino punti di vista differenti, mai che si apra un confronto sano in cui ci si esprime senza per forza convincere nessuno, va beh.. ormai è divetato un tema ricorrente delle mie giornate!!! E il cambiamento, quanto fa bene, lo temiamo sempre, ci sposta dalla nostra zona di confort e ci proietta verso l’ignoto, ma che scarica di adrenalina ci dona? che spinta di creatività, come ci mette in moto il cervello, ci attiva, io lo trovo sempre molto costruttivo ed istruttivo, d’altronde si dice che dietro ogni crisi si nasconde un’opportunità, e le crisi quasi sempre portano a cambiamenti!! E altra grande verità, per me e per quello che vedo quando guardo indietro, tutto accade esattamente come deve, le famose “coincidenze”…Allora mi prendo uno di questi deliziosi danesi, invitantissimi!!!Son stata un po’ prolissa ma questa inaugurazione forse lo meritava:-D un abbraccio

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    • debora 17 Maggio 2020

      Cara Tiziana, sarò antiquata ma a me i commenti prolissi piacciono da morire: mi ricordano perché ho scelto di aprire un blog. Quando leggo commenti così lunghi e sentiti il cerchio si chiude; capisco che ho davanti ho una persona, un individuo attento e curioso, un’anima pronta ad aprirsi. E quanto tutto questo è più bello e salutare della frettolosità e della velocità di altri luoghi di comunicazione? Tu hai fatto proprio quello che speravo: ti sei raccontata, hai preso spunto dalle mie parole e ne hai condivise di tue. Tutto questo non è forse quell’empatia e quel confronto che cerchiamo entrambe? Quanto al mondo, di una certa parte ne faccio ormai volentieri a meno. E quanto ai cambiamenti meglio essere in continuo divenire, come dici tu, che rimanere statici nelle proprie reazionarie convinzioni 😉
      Ti abbraccio fortissimamente
      Deb

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  3. Manu Lupi 16 Maggio 2020

    Sono entrata qui per cercare dei biscotti e mai, mai, mai mi sarei aspettata di ritrovarmi nel bel mezzo del sole… Questo giallo intenso è meraviglioso, lo adoro, così come adoro le brioche, le spirali e le mele…
    Anche nello yoga è necessario trovare dei punti fermi, per rimanere stabili nelle posizioni, soprattutto in quelle di equilibrio… ed un punto fermo fondamentale, sai qual è Deb? lo sguardo..”drishti” in sanscrito… dov’è il nostro sguardo, lì andrà il nostro corpo.. è lo sguardo che da la direzione, l’intenzione e la consapevolezza… ed il tuo di drishti ti ha fatto prendere la direzione giusta!
    Questa veste nuova, elegante e delicata, mi piace moltissimo ed io, che sono curiosa per natura, sarò felicissima di entrare in queste stanze così ben arredate, come in un palazzo, consapevole dell’autenticità dell’arredamento… perché la si sente qui, Deb la vera essenza delle cose.. non serve dover andare oltre, è proprio lì davanti agli occhi…
    Grazie per avercela mostrata.
    torno ai miei biscotti..
    Buon sabato
    Manu

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    • debora 16 Maggio 2020

      Ed io sono felice che proprio tu sia entrata per prima in queste stanze, che poi dovrebbe essere una sola cioè la mia cucina, ma comunque qui, mia ospite.
      Penso che tu abbia profondamente ragione, perché guardare nella giusta direzione serve a ritrovare l’equilibrio delle cose, sia nello yoga, che nella vita. A volte gli avvenimenti ci distraggono e perdiamo il punto di vista delle cose vere, genuine, sincere. Poi però basta una parola amica, come la tua, a darti il giusto conforto: come una mano gentile che volta il viso verso la direzione giusta.
      I miei abiti nuovi vogliono essere leggeri, Manu. Spensierati e pieni di tanta energia. Così sto attraversando la fase “giallo”, perché mi accorgo che la sua allegria rimette in piedi e raddrizza tante cose. E tra queste pareti gialle, di persone sincere e curiose come te, ne abbiamo proprio bisogno. Ma soprattutto abbiamo bisogno di chi come te ama l’arte del biscottare. E stavolta son curiosa io di sapere in quale direzione sono finiti i tuoi biscotti. Devi raccontarmi!
      Un abbraccio enorme
      Deb

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