SCONES AL COCCO, CON TÈ FREDDO AROMATIZZATO AL LIME E GELSOMINO

Elegia dei gesti perduti.

E’ in arrivo una nuova estate e per me che vivo di questa stagione, equivale a dire che un altro lunario si è concluso. Ogni granello di tempo si rincorre veloce con quello che lo ha preceduto e quando realizzo che un’altra ruga d’espressione sta disegnando un nuovo tracciato sul mio viso, mi prende inevitabilmente una certa languida nostalgia dei giorni successi. La cosa buffa è che non è assolutamente il rimpianto ad accompagnare il mio viaggiare indietro con la mente, quanto piuttosto uno strano gusto amarcord che mi riporta a piccoli gesti perduti con i quali ho scandito il trascorrere di mesi lontani.

Molti di questi mi son quasi diventati innaturali, sono rimasti imbrogliati tra le pieghe del passato e sono diventati desueti, scalzati da nuovi rituali, da nuovi modi di fare. Ricordarli però non fa altro che accrescere il loro fascino. Come l’alternarsi di saltelli, prima su un piede e poi su entrambi, veloce e sincronizzato, mentre si ricorreva quel ciottolo bianco con cui si aveva, poco prima, disegnato la campana per terra. O il circolare movimento dell’indice, imbrigliato tra i fori numerati di quando i telefoni di casa erano grigi, immobili e dotati di cornetta. Ah, con quale con matematica precisione si susseguiva l’arricciare del filo con lo stesso dito mentre, incuranti di una bolletta che contava i minuti, si restava a bisbigliare col batticuore in gola!
Bellissimo il ricordo dei rullini infilati in penombra nel vano della Reflex, facendo attenzione a non consumare troppa pellicola e bellissimo il ricordo del cappuccio di una Bic, infilata tra le rotelle dentate della musicassetta e il suo vorticoso roteare  in aria per riavvolgere fiumi di note impresse su un nastro troppo sottile e spesso ingarbugliato. Così come puntualmente ci si ritrovava dopo l’ennesima caduta dalla bici, quando con bimbesca ostinazione si imboccavano i sentieri più ripidi, una sul sellino e le mani sul manubrio e l’altra dietro, mani sulle spalle e piedi ben saldati sul portoggetti metallico della vecchia Graziella.
Un gesto tutto mio, simbolo di una generazione che aveva altri strumenti: il grattare metallico della lametta sul foglio di carta lucida, quando con la schiena curva sulle decine di tavole da completare, la goccia smerlata di inchiostro nero finiva prima o poi con l’invadere spazi non suoi e si ricorreva alle vecchie Gillette rubate al papà per non dover riniziare a disegnare tutto da capo. E ancora, parlando di papà, l’insegnamento più tenero, racchiuso in un gesto che rarissimamente ho scorto in altri luoghi se non tra le mura domestiche della mia casa natìa: il cucchiaio, la forchetta e la spirale di spaghetti fumanti, da arrotolare bene, senza schizzare sugo e senza comporre bocconi pantagruelici, così come si conviene ad una signorina dabbene.
E’ così che questa nuova Estate si avvicina: con il caldo che ci fa rallentare e le giornate lunghe che ci concedono più tempo per indugiare su ricordi e nostalgie … Mi concedo gli ultimi gesti dell’infornare, prima che le temperature diventino proibitive e, a questi biscotti della tradizione inglese, accompagno un tè freddo, aromatizzato con lime e gelsomino, perfetto per farmi compagnia mentre, seduta in terrazzo, continuo a rincorrere ricordi.
RECIPE
preparazione degli scones
100 g di farina di cocco
120 g di farina di avena
100 ml di latte di mandorle
50 g di zucchero di canna chiaro
50 g di burro
1 uovo
un pizzico di sale
10 g di lievito istantaneo per torte salate
(ricetta rubata dalla Cucinascacciapensieri della carissima amica Maddalena Laschi)
per il tè
1 l di acqua
2 cucchiai di tè sfuso senza aromi
il succo microfiltrato di 2 lime spremuti
fiori di gelsomino, una manciata
2 cucchiai di zucchero di canna chiaro
Preparate il tè.
Raccogliete i fiori di Gelsomino, lavati per bene sotto acqua corrente ed eleminate le parti ammalorate, le foglie verdi e il gambo. Asciugate con cura, tamponando con delicatezza. Mettete l’acqua sul fuoco e appena bolle aggiungete in infusione i fiori di gelsomino e il tè sfuso. Lasciate in infusione per 15 minuti poi togliete il colino e unite il succo microfiltrato dei lime. Lasciate raffreddare completamente, addolcite con lo zucchero di canna e riponete in frigo per tutta la notte.
Preparate i biscotti
In una ciotola unite tutti gli ingredienti secchi: la farina di cocco, quella di avena setacciata, lo zucchero, il lievito e ilpizzico di sale. Unite il burro molto freddo tagliato a dadini e cercando di non toccare il composto con le mani, iniziate ad amalgamare gli elementi. In un bicchiere versate il latte di mandorle e l’uovo. Sbattete il tutto con le fruste, lascaitene da parte un cicchiaio per dopo, poi unite i liquidi ai solidi e iniziate a impastare velocemente fino ad ottenere un panetto di frolla.
Stendetelo con un mattarello facendo attenzione a mantenere uno spessore di circa 1,5 cm, poi con un coppapasta piccolo iniziate a ritagliare i biscotti. Disponeteli su un foglio di carta forno e procedete fino ad esaurimento dell’impasto. Spennellate i biscotti con il latte e l’uovo che vi erano rimasti e infornate a 160° preriscaldato per 10 minuti, fino a doratura.
Servite i biscotti insieme a un bel bicchiere di tè freddo al lime.

 

12 Comments

  1. margherita 30 Maggio 2016

    Le tue foto hanno attirato la mia attenzione come la vetrina di una pasticceria, potevano altrimenti? Mi decido a venirti “”a trovare”” perché proprio a cocco, assieme a lime e gelsomino non ho saputo resistere. Tutto bellissimo, si può dire? Bic e graziella comprese.

    Rispondi
    • debora 30 Maggio 2016

      Margherita …. io ti accolgo a braccia aperte, felice che questo posto riscontri il tuo piacere e ti ringrazio per le belle parole. Certa che ci rivedremo molto presto, ti mando un abbraccio virtuale

      Rispondi
  2. Laura 29 Maggio 2016

    Eccomi cara, ma ne è avanzato qualcuno?:-) Magari potremmo assaggiarne uno davanti un buon caffé!;-) anch’io avevo una Graziella con cui ho conquistato i primi brividi della velocità, la cosa bella è che nel rivivere tutte queste cose uno scopre che non sono in fondo passate e lontane ma sono il bel risultato una bel periodo vissuto secondo me nel modo più autentico rispetto a quello che vivono i nostri ragazzi di oggi!Ti mando un bacio grande grande! 🙂

    Rispondi
    • debora 29 Maggio 2016

      Hai perfettissimamente ragione!!
      Riscontro sempre con più piacere la bella sintonia su cui viaggiamo io e te….settimana prossima comunque ci organizziamo per la cena ;-)”

      Rispondi
  3. Eccoci Debora, pochi minuti di serena pausa da dedicare a questi bellissimi scatti che ci eravamo godute su facebook in preview ^^ Questo tè freddo è perfetto per assaporare ricordi ai quali si strizza l’occhio nostalgici e sorridenti. Il tè freddo homemade ha accompagnato tanti ma tanti dei pomeriggi del nostro passato, proprio dopo un giro in bicicletta o dopo una telefonata fiume con le amiche o ancora mentre si aveva la fortuna di incrociare la propria canzone preferita alla radio! Qualche scones esotico (adoriamo il cocco) e un bicchiere profumato al gelsomino per perderci insieme in passati diversi che si somigliano, per ridere di abitudini retrò che ci facevano impazzire di gioia e per concedersi anche un occhio vagamente lucido davanti a una foto stampata!! Però la buonanotte te la diamo con una gran sete di domani ^^ Buona serata dolce Debora, a prestissimo

    Rispondi
    • debora 27 Maggio 2016

      Bellissime parole…ma voi già sapete.
      Grazie Pancette

      Rispondi
  4. Monique 24 Maggio 2016

    Condivido tutti i gesti. Tutti fatti, assorbiti e oramai conservati nel cassetto, quello che se non apro è meglio perché altrimenti altro che tè al gelsomino…mi ci vuole ‘na vodka…biz

    Rispondi
    • debora 24 Maggio 2016

      Una sola?? Dai su che noi due siamo gggiovani dentro e poi reggiamo bene l’alcool!! Anzi a proposito: a quando il prossimo aperitivo rinforzato con vino a go go? … I miss you ma chère…

      Rispondi
  5. lara 24 Maggio 2016

    i gesti delle nostre vite, ragazze degli anni 80, ah come mi hai fatto sorridere con la lametta che gratta il lucido, io non ho fatto architettura ma ricordo gli ultimi due anni di liceo artistico e il professore di Architettura, per cui avevo una gran cotta, che mi insegnò il trucco… Bello davvero il pensiero che si impiglia in gesti che oramai non ci appartengono più, a volte per cambiamento del tempo ma a volte anche per il cambiamento che va a cambiare noi e il nostro interiore modo di farle e vederle. Ti è mai successo che una cosa che facevi con piacere oggi non sia più parte di te al punto di guardarla come se fosse estranea? A me si, molte volte. Incoerenza o naturale processo di cambiamento non so. Ci rifletterò mentre sorseggio questo te aromatico e pieno di profumi meravigliosi

    Rispondi
    • debora 24 Maggio 2016

      Sicchè ti piaceva il prof. di architettura?? ahahahah…non so perchè ma mi ti immagino come una tipetta tutto pepe, sempre “”lancia in resta e all’attacco miei prodi””, che dava del filo da torcere a chi si comportava male!! E comunque gli anni Ottanta avranno fatto pure gran danni, ma io ci sono affezionata, anche al loro risvolto trash. :-)) Spero che prestissimo capiti l’occasione per bere qualcosa insieme

      Rispondi
  6. Mimma e Marta 24 Maggio 2016

    Ah quanti ricordi del passato che hai tirato fuori. Gesti di un tempo ormai trascorso…Mi ricordo del mio primo mangiadischi portatile. Ne hai mai avuto uno? Il mio era tutto celeste, regalo della prima comunione! E adesso vado a prendere uno di questi scones e una tazza di tè :-))
    Mimma

    Rispondi
    • debora 24 Maggio 2016

      Ne avevo uno non portatile e … vedi quale altro gesto mi hai ricordato??…la delicatezza della puntina che prima gracchiava un po’ e poi diffondeva delle note dolcissime!! Grazie , hai aggiunto un’altro pizzico di dolcezza alla mia giornata

      Rispondi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *