GRISSINI AL BURRO SALATO ED ANICE

E’ stato uno di quei giorni di marzo quando il sole splende caldo e il vento soffia freddo: quando è estate nella luce, e inverno nell’ombra.
(Charles Dickens)

Dev’essere a causa della mia indole o del mio modo di essere, questa strana avversità che provo nei confronti della primavera. Chè a me le mezze misure, proprio non vanno a genio.  O è tutto o è niente. Ciondolare così, indecisi e in mezzeria, mi dà sui nervi. Mi infastidisce, ecco. Accetto di buon grado le gradazioni intermedie solo se parliamo di colori, altrimenti ode agli opposti, al contrasto, alle prese di posizione nette e mai mediocri. Ode agli estremi che si respingono e pur si attraggono.

E tu Primavera che ti pavoneggi a bella stagione agghindandoti di abiti fioriti e beandoti di una luce che rubi all’Estate, con me non hai scusanti. Potrai tentare di sedurmi, coi tuoi grappoli di glicine in fiore o le nuvole bianche di mandorli e meli. Potrai distrarmi col verde lucente dei tuoi prati, col giallo pungente della colza e il tepore delle tue mattine, ma avrai mai la maestosa, silente dignità di un manto di neve? O l’oro di un campo di grano? O la bellezza ed il calore intenso d’un meriggio d’Estate? Avrai mai la fierezza pungente di un vento gelido? No. Perchè stai lì, nel mezzo. Sei di passaggio: racchiudi ancora un pezzo d’Inverno e ne preludi uno d’Estate….

Ed io, questo Inverno, non sono ancora disposta a lasciarmelo alle spalle. Forse se vivessi nella casa dei miei sogni, se riuscissi ad avere un contatto più schietto e diretto con la terra, potrei lasciarmi trasportare dall’entusiasmo delle tue peonie o dall’allegria dei tuoi ranuncoli e cedere a qualche altra frivola tentazione primaverile, ma temo che inevitabilmente il tuo tepore finirebbe coll’intorpidirmi, come ogni anno, mettendomi addosso solo voglia di andarmene in tardivo letargo. Già perchè questo è il periodo dell’anno in cui volentieri scomparirei, per affacciarmi di nuovo alla vita coi primi bagliori d’Estate, con quel tutto e tanto di colori e profumi che meglio si sposa col mio modo di essere. Chè a me non piace stare in mezzo e da sempre rimango attratta dagli estremi e …. dai grissini.

Questi qui sono facilissimi da realizzare, profumano la casa più di un mandorlo in fiore e appagano lo spirito quasi come una cioccolata calda. Perfetti per essere sgranocchiati  in qualsiasi momento o stagione, fanno un figurone sia ad una cena natalizia che in un pic nic all’aperto, sono leggeri, fraganti ed estremamente buoni.

 

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RECIPE

(ricetta ispirata da una ricetta di Monique)

230 g di farina W170 (io ho usato quella della Garofalo)

75 gr di burro leggermente salato

100 ml di acqua scarsi

la punta di un cucchiaio di zucchero

la punta di un cucchiaio di sale

16 g di lievito madre essiccato

un cucchiaio e mezzo di semi di anice

olio extra vergine d’oliva q.b.

 

In una ciotola unite la farina setacciata, il sale, lo zucchero e l’anice. Mescolate bene gli ingredienti, poi unite il burro morbido a temperatura ambiente. Lavorate con le mani, sbriciolando il burro, fino ad ottenere un composto sabbioso. Sciogliete il lievito madre essiccato in tre cucchiai d’acqua (prelevata dal totale) lievemente tiepida e lasciate rinvenire per qualche minuto. Aggiungete poi agli igredienti secchi e iniziate a versare poco alla volta l’acqua restante, lavorando sempre l’impasto con le mani, fino a quando non avrete ottenuto un panetto omogeneo. Dipende dal tipo di farina, ma spesso non sono necessari tutti e 100 i millilitri di acqua. Ungete la superficie dell’impasto con un po’ di olio e coprite con una pellicola e con un coperta. Lasciate riposare e lievitare in un luogo caldo fino al raddoppio. Estraete e lavorate un altro poco con le mani l’impasto, poi lasciate riposare nuovamente per 15 minuti. Intando accendete il forno in modalità statica a 180°. Trascorsi i 15 minuti dividete in due panetti l’impasto e stendete con un mattarello dando una forma rettangolare. Tagliate delle strisce di circa 1,5 cm di larghezza e aiutandovi con le mani arrotondatene le estremità e la parte centrale, ottenendo dei grissini di circa 30 cm di lunghezza. Disponete su carta forno e cuocete per circa 15 minuti fino a doratura. Ripetete l’operazione per entrambi in panetti. Lasciate raffreddare e servite.

6 Comments

  1. Cara Debora, ecco che finalmente busso alla tua porta ed entro in punta di piedi con un bel mazzo di ranuncoli, anzi no, forse asparagi selvatici per scusarmi del ritardo !
    In parte ti capisco, anche io ho tanto sonno in questa stagione e mi prende una pigrizia che se solo penso al cambio degli armadi e alle mille cose che dovrei fare vorrei sparire^^
    Ultimamente mi viene a fatica tutto, è un periodo un po’ così, poi magari te ne parlo 🙂
    qui però mi sento sempre tra amiche, e questi grissini sono davvero super invitanti, oltre che splendidamente fotografati!!! Un abbraccio cara!
    Laura

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    • debora 18 Aprile 2017

      Cara Laura… come vedi, non sei l’unica a fare le cose al “rallenty”… Spero che passi presto questo periodo proprio per ritrovare la carica e la grinta di sempre. Anche se, confesso, certe amicizie, come le nostre e certe parole sono la migliore cura per stanchezze e malumori.
      Non vedo l’ora di leggere il tuo report incredibile sul Giappone. <3

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  2. Lara BIANCHINI 2 Aprile 2017

    Che dirti amica cara, saremo gli opposti che pur si attraggono. Io amo la primavera e l’autunno, stagioni del divenire che portano promesse di ciò che sarà domani ma ancora non è oggi, stagioni che hanno all’interno promesse che forse non saranno mantenute ma che ti avvolgono di trepidazione, stagioni che fanno del compromesso uno stile di vita, così come vorrei che fosse sempre, a metà, tra me e te. Un abbraccio.

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    • debora 3 Aprile 2017

      E ma amica mia…a me l’Autunno piace da impazzire, come l’Inverno e l’Estate (per la quale morirei)…solo la Primavera mi crea qualche turba. Di fatto non sono una persona che ama i compromessi, ma per indole, credo di riuscire a trovarli sempre, soprattutto per il bene delle persone a cui tengo. Quindi, ricapitolando, se ti approvo l’Autunno, va bene come compromesso tra me e te? 😉
      Ti abbraccio anch’io

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  3. Francesco 1 Aprile 2017

    Perché dici di odiare ciò che ami??
    Non ami la Primavera e siamo d’accordo, poi, però, la descrivi con un amore, con una tenerezza e una tale dolcezza da farla rivivere nelle tue parole, nelle descrizioni di alberi fioriti, prati verdeggianti e un clima appena dolce che prepara alla rinascita dello spirito e del corpo, a quei pomeriggi estivi e al cocente sole del pieno Agosto. Come potremmo arrivare a resistere, se, lentamente, la Primavera non ci avesse allenato a ciò??

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    • debora 3 Aprile 2017

      Diciamo che non la butto totalmente via….però shhhsshhh, non dirlo a nessuno.

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