Non sono narcisista né egocentrico; se fossi vissuto nell’antica Grecia non sarei stato Narciso.
– E chi saresti stato?
– Giove.
(Woody Allen)
Narra Ovidio che il giovane Narciso, crudele e spietato amante di se stesso, dopo aver rifiutato i teneri abbracci della ninfa Eco, finì col l’annegare nel suo stesso riflesso, lasciando ai mortali come monito della sua stoltezza, un fiore, chiamato appunto Narciso. Ripensando a questo mito mi capita spesso di chiedermi quali sarebbero le reazioni degli Dei dell’Olimpo (ch’io trovo, confesso, di gran lunga più saggi e divertenti del resto dell’intera comunità divina) se potessero conoscere le narcisistiche inquietudini di quest’epoca contemporanea. In quali ire funeste incorrerebbe questa strampalata generazione di uomini e donne così presi e rapiti da un insano desiderio di visibilità e protagonismo?
Forse nessuna o forse molte. Ma io me li immagino a ridere di noi e delle nostre debolezze celate invero dal repentino passaggio che media e social hanno operato sul nostro modo di porci, trasformandoci da spettatori a teatranti. E sarà forse per questo che un certo senso di alienazione mi spinge sempre di più a prendere le distanze, come forse avrebbe dovuto fare Narciso dallo specchio d’acqua, dalla mia stessa immagine quando questa non sia riflessa ma proiettata agli altri. Mi allontano per riserbo e non per timidezza. Mi allontano per decenza, per desiderio di intimità, per la voglia che ancora mi prende di mantenere separate la sfera intima, domestica da quella pubblica; le relazioni vere da quelle veicolate con un click sulla tastiera, il senso di appartenenza ad una famiglia da quello di appartenenza ad una comunità. Scelgo di tornare a sedermi sugli spalti per godermi un brano di musica, uno stralcio di pellicola, il gesto plateale di un attore, in silenzio e con rispetto nei confronti di chi ha realmente qualcosa da mostrare e condividere. Scelgo di raccogliere con i ricordi tutte le istantanee della vita che ne valgono la pena, scelgo quindi di godermi il momento, guardare l’attimo e poco importa se un giorno l’oblio cancellerà qualche dettaglio: sarà bello e utile lo sforzo di ricordare, la voglia di ritrovare i pezzi attraverso un odore, un colore, il sapore di una madeleine…
Questo gelato nasce proprio così, in effetti. Dal desiderio di riportare alla mente alcuni gesti assopiti come quelli legati a certe strampalate abitudini: consumare il gelato in coppetta solo dopo averlo ripetutamente mescolato con il cucchiaino e averlo ridotto in crema o provare un insolito piacere nello sciogliere in poche dita di latte caldo una confezione intera di biscotti formando una gustosa “pappetta molle” da abbinare al film preferito di turno . Gesti, questi ultimi, sicuramente non degni di nota, se non per la connotazione intima e squisitamente personale con cui hanno condotto alla creazione di questo dessert chiamato volutamente cremolato. E mentre lascio che le follie di questo mondo ormai pieno solo di Narcisi e poche, pochissime Eco, si incarti su se stesso e sulle sue tristi contraddizioni (le leggi europee sulla privacy e le storie di instagram ne sono un esempio palese…) invito volentieri gli Dei dell’Olimpo ad unirsi a me, a questo banchetto estivo, per dimenticare nella morbidezza di questo gelato alle amarene e mascarpone certe eccentriche follie, che neanche loro, dall’alto del Monte Olimpo si sarebbero mai sognati di compiere.
RECIPE
Dosi per una vaschetta di gelato da 22 cm
3 banane
250 g di mascarpone freddo
40 g di zucchero semolato fine
1 confezione di amarene sciroppate Fabbri
una manciata di ciliegie fresche
amaretti per decorare
La sera prima sbucciate le banane, tagliatele a rondelle e inserendole in un sacchetto alimentare mettetele a riposare per tutta la notte in freezer. Il mattino seguente disponete le banane congelate in un food processor, aggiungete il mascarpone e lo zucchero e frullate bene fino a quando non avrete ottenuto una crema dalla consistenza solida, tipo gelato, ma senza grumi. Versate nella vaschetta da gelato. Separate le amarene dal loro sciroppo, frullatele a parte fino a ottenere una crema liscia, se serve aggiungete un cucchiaio di sciroppo, poi aiutandovi con uno stuzzicadente in legno variegate la crema al mascarpone unendovi la crema di amarene, ma senza mescolare troppo i due composti., dovrete ricreare delle striature. Lavate parte delle ciliegie fresche, toglietegli il nocciolo, tagliatele a metà e unitele al gelato. Poi conservate in frigo per almeno un paio d’ore. Tirate fuori, servite nella coppetta da gelato e decorate con lo sciroppo delle amarene, la granella di amaretti e le restanti ciliegie fresche. Quello che otterrete non è un vero e proprio gelato, ma una crema, gelata, cremolato appunto, molto morbida e fredda.
Foto bellissime! 🙂 Ricetta deliziosa ed è molto bello leggerti!:)
Un abbraccio
ILA
Cara Ilaria le tue parole mi fanno immensamente piacere. Bello sapere di essere apprezzati da un talento quale il tuo. Un abbraccio anche a te. D
nella vita bisogna sempre raccontare i propri ricordi, per evitare che essi si perdano nel fluire
del tempo, nell’inesorabile buio che li accompagna. Raccontare i ricordi è come rappresentare la
propria vita passata, l’immagine di ciò che abbiamo sempre sognato, e i sogni nient’altro sono che la rappresentazione del futuro. Se qualcuno ti dovesse chiedere cosa nella vita tu faccia, rispondigli che tu fai vivere solo i ricordi, nella ansiosa attesa di un migliore e più felice avvenire, nella speranza che si recuperi la semplicità e la spontaneità, cancellando quell’ipocrisia e prosopopea dei tempi d’oggi, fatti di apparenza, ma non di sostanza. Credo, carissima Debora che, se riuscissimo ad ottenere ciò, anche gli Dei dell’Olimpo scenderebbero in terra a festeggiare con noi!!
Eh sì Francesco, per quanto mi riesca lascio proprio che il narcisismo di queste pagine siano solo uno spunto, un’escamotage per arrivare ad altro, per superare la mera esibizione di se stessi e arrivare al nocciolo, al racconto, alla voglia di tramandare… Non sempre ci si riesce, alcune volte va meglio, altre peggio, ma è bello sapere che ci sono persone, al di là dello schermo, che questo sforzo sanno apprezzarlo.
Quindi tanti buoni ricordi anche a te!!