CINNAMON KNOTS. DI GHIRLANDE, NODI ED ALTRI INTRECCI

L’amore è scambio di abbracci affondati, un bisogno di nodo.
(Erri De Luca)

Qualcuno dice che mi prudano le mani. Qualcun’altro afferma ch’io non riesca a stare ferma, che sia sempre in continuo, frenetico, fermento. La verità è che a me piace fare le cose, sopratutto piace farmele da me. Così non appena si concretizza l’occasione di metter mano a costruire qualcosa, eccomi pronta in prima linea a cimentarmi di mio. Ed è per questo che mi è capitato, in questo Dicembre di già agli sgoccioli, di rimanere indaffarata a realizzare nodi e intrecci di ogni sorta. Va detto innanzitutto che un nodo ferma, stringe, blocca e nell’atto di annodare sopraggiunge spesso, a chi lo compie, la piacevole consapevolezza di esser capaci a tessere legami. È stato proprio per via di questa consapevolezza che, nonostante il cronico ritardo che mi contraddistingue, ho messo mani alle decorazioni natalizie, presentandomi alla porta di casa con in mano un mazzo di verde pungente e voluminoso, più alto di me medesima, e nell’altra un intreccio di rami, piccolo, spoglio e tutto ingarbugliato.

Questa sarà la nostra ghirlanda natalizia” ho sentenziato.

E nella silenziosa accondiscendenza di casa mia, dove ormai tutti si son abituati alle mie sortite più rocambolesche, mi sono messa all’opera. Taglia, infila, passa, arrotola, stringi, lega, fissa, annoda: un tramestio di foglie e fili, intervallato ogni tanto da qualche “ahia!”, ché ci sarà pure un motivo se l’han chiamato Pungitopo e forse un paio di guanti sarebbero serviti. Ma alla fine è stato divertente scoprire che la bellezza di un nodo sta tutta nello stringere e non certo nello sciogliere, sia che si tratti di intrecci floreali o ghirlande natalizie, sia che si pensi a legami d’altro genere. Già! Perché a volerla raccontare tutta, si potrebbe dire ognuno di noi è in fondo poi il nodo di qualcuno. Così tra un ramo e l’altro, una foglia o una pigna, si annodano fili, storie, liaisons: gli intrecci di tutta la vita insomma, e ad annodare ci si prende gusto.

E dopo le ghirlande ho deciso quindi di proseguire e stavolta mi son presentata alla porta di casa con in mano due pacchi di farina, due uova e due sacchetti: uno di cannella in polvere, profumatissimo, ed un altro di zuccherini piccoli e bianchi come neve, e senza neanche troppo soffermarmi sul silenzio di tacita rassegnazione che mi avrebbe seguita, ho sentenziato di nuovo:

Questa sarà la nostra colazione natalizia” e son corsa in cucina.

Sul piano di lavoro, in mezzo ancora a qualche foglia pungente e bacca rossa, ho preso a impastare e rimestare, stendere e arricciare e con lo stesso inguaribile piacere ho annodato brioches alla cannella come se non ci fosse un domani, mentre loro, col solo profumo, tessevano un filo indissolubile di dipendenza tra me e il resto della famiglia. E come nell’atto di inghirlandare, allora ho pensato a quanto belli son certi legami, di quelli che non si riescono a toccare con mano ma si sentono eccome e il cui paradosso sta nel tenere uniti pur non compiendo nodi, semmai sciogliendoli. E non c’è nulla che valga la pena di costruire di più con proprio pugno che qualche legame del genere e in esso annodarsi anima e testa. Ritrovarsi ad annodare è stato perfino terapeutico, pure per me che poco investo in autostima quando credo d’aver legato poco e male con tutto il resto del mondo. E forse sbaglio o forse no, ché in fondo i nodi debbono essere pochi, ben stretti, ma non troppi.

Così il mio augurio per queste feste è che impariate ad annodare anche voi; che nella vostra vita ci siano intrecci solidi e robusti, legami ben consolidati, ma anche tante opportunità di trame da intrecciare. Che non smettiate mai di pungervi, perché a volte, si, è necessario e fa un po’ male, ma restiate sempre piacevolmente indaffarati in tali azioni. E ai miei, di nodi, quelli pochi pochi da cui non vorrei mai sciogliermi, auguro ogni bene e un mazzo pieno di abbracci affondati, come direbbe De Luca, da scambiarsi sull’uscio di casa, sotto una ghirlanda e il pungitopo, ché se lo chiamano così un motivo ci sarà, ma magari, in fondo, come il vischio a Capodanno, porta fortuna …

Buon Natale a tutti.

RECIPE

200 g di farina 00
200 g di farina Manitoba
1 uovo
1 tuorlo
180 ml di latte
75 g di burro
70 g  zucchero
una presa di sale 
11 g di lievito di birra fresco
1 cucchiaio d’acqua
 
Per la farcia
6 cucchiai di zucchero di canna
3 cucchiaini colmi di cannella
45 g di burro
Per decorare
1 tuorlo
1 cucchiaio di latte
granella di zucchero
Fate scaldare dolcemente il latte e scioglieteci dentro il lievito di birra. In una ciotola setacciate e mescolate le due farine. Appena sciolto il lievito aggiungete tanta farina quanto basta a formare una crema soda e inserite a questo punto il tuorlo d’uovo. Lavorate con una paletta di legno e inserite subito dopo metà dello zucchero. Amalgamate bene gli ingredienti poi trasferite il tutto nella ciotola della planetaria con gancio montato. Se come me vi manca andrà benissimo un qualsiasi moulinex con le fruste adatte per il pane. Aggiungete la restante farina poco alla volta, dopodiché inserite l’uovo intero, poi l’altra metà dello zucchero e incorporate bene. Continuate ad impastare andando a terminare la farina. Aggiungete il sale e procedete ad ottenere una prima incordatura. Inserite poco alla volta il burro morbido a temperatura ambiente e incordate bene. Lasciate infine lievitare fino al raddoppio l’impasto in ciotola coperto dalla pellicola.

Trascorso il tempo riprendete l’impasto, spolverare leggermente il piano di lavoro e sgonfiatelo dolcemente dandogli poco alla volta a forma di un rettangolo. Aiutatevi in questa operazione con un mattarello. Capovolgete il rettangolo ottenuto, copritelo con panno e lasciatelo riposare fin tanto che preparate la farcia. Fate sciogliere il burro e lasciatelo raffreddare. Aggiungete lo zucchero di canna e la cannella e mescolate bene. Per ottenere una crema più facilmente spalmabile in genere con l’aiuto di un mixer riduco in polvere lo zucchero di canna. Scoprite l’impasto e cospargetelo  con la crema al burro e cannella. Ripiegate l’impasto su se stesso lungo il lato corto e tagliate tante striscioline della larghezza di un centimetro. Annodate poi ciascuna strisciolina come mostrato quiUna volta realizzati i nodini, disponeteli su una leccarda da forno ricoperta di carta forno, copriteli con un panno e fateli lievitare ancora per un’ora. Dopodiché preriscaldate il forno  a 180°, unite il tuorlo al cucchiaio di latte e spennellate la loro superficie, unite la granella di zucchero e infornate lasciando cuocere fino a che avranno preso un bel colore dorato. Serviteli caldi. Si conservano morbidi per un giorno o due, ma appena sfornati danno il loro meglio.

6 Comments

  1. STELLE DI NATALE - 20 Dicembre 2018

    […] più che nell’umana debolezza di Adamo, credo nella forza delle nostre radici, dei legami terreni e familiari e di tutte le loro tradizioni. E quando con il Natale sarebbe davvero tutto […]

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  2. LUCIA 27 Dicembre 2017

    Buon Natale a te e famiglia <3

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  3. Francesco 19 Dicembre 2017

    E’ un incanto, ogni volta che leggo un tuo post.
    E’ una magia che sai trovare, creando ogni tuo narrarti.
    E’ una malia che possiedi nel ritrarre i tuoi frammenti di vita.
    E’ una luce che accende l’animo rattrappito con questo freddo.
    E’ un abbraccio che trasferisce su di noi una parte poetica di te.
    E’ un sentirci vestiti di un nuovo abito interiore, fatto di dolcezza.
    E’ un continuo stupirsi della bellezza di queste tue ghirlande.
    E’ un’irresistibile, meravigliosa creazione di nodi e intrecci.
    E’ un’infinita serie di nuove o rinnovate tenere emozioni.
    E’, insomma, una soave e amata dote di proporre il Natale.
    E’, infine, un ben augurante profumato clima di cari auguri.

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    • Debora 27 Dicembre 2017

      E’ un augurio sincero di BUone Feste anche a te!

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  4. Lisa 18 Dicembre 2017

    incanto <3
    Buon Natale a te cara, di tutto cuore

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    • Debora 27 Dicembre 2017

      Anche a te lisa, ti auguro ogni bene!!! 😉

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