SAVORY

GRISSINI AL BURRO SALATO ED ANICE

E’ stato uno di quei giorni di marzo quando il sole splende caldo e il vento soffia freddo: quando è estate nella luce, e inverno nell’ombra.
(Charles Dickens)

Dev’essere a causa della mia indole o del mio modo di essere, questa strana avversità che provo nei confronti della primavera. Chè a me le mezze misure, proprio non vanno a genio.  O è tutto o è niente. Ciondolare così, indecisi e in mezzeria, mi dà sui nervi. Mi infastidisce, ecco. Accetto di buon grado le gradazioni intermedie solo se parliamo di colori, altrimenti ode agli opposti, al contrasto, alle prese di posizione nette e mai mediocri. Ode agli estremi che si respingono e pur si attraggono.

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QUICHE CON PESTO DI CAVOLO NERO, ROBIOLA E NOCI

“Le piace la musica Jazz?”  – “Alle due del mattino?!” – “Oh, a qualunque ora del mattino!”

Woody Allen (Café Society)

Ed io sospiro, sognante, con ancora negli occhi le luci malinconiche e i colori di un’incantevole New York anni Trenta. Era un po’ che non me ne andavo al cinema e tornarci con Woody Allen è stata proprio una gran cosa. Soprattutto per me che ho sempre guardato a quel periodo con fascino e ammirazione: gli abiti di seta lunghi su silhouette magrissime, i locali fumosi affollati di jazz e brillantina, le macchine d’epoca, Central Park incorniciato dallo skyline newyorkese, le note di Gershwin, i gangsters un po’ gentiluomini e lo swing… Luci e magie ritratte da una fotografia che lascia abbagliati.

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CHITARRE AL PESTO DI BIETA ED ERBA CIPOLLINA

Prendere la decisione di avere un figlio è importante. E’ decidere di avere per sempre il tuo cuore in giro al di fuori del corpo. ELIZABETH STONE

Ci ho riflettuto a lungo.

Ho pensato che quando sarò madre, vorrò avere due figli: non uno, ma ben due figli maschi. Ho fantasticato tanto su di loro e quando li avrò, vorrei proprio che fossero esattamente come me li sono immaginata, come desidero che siano.

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VELLUTATA DI ZUCCA E ZENZERO

L’Autunno ha un suono particolare.

E’ il dorso di un cucchiaio che rompe la crosta della crème brulèe. E’ la pioggia scrosciante sui vetri di casa appannati dal tepore domestico. Lo scricchiolare delle foglie rosse e secche, lungo i marciapiedi.

L’Autunno ha il suono di un caminetto acceso; lo scoppiettìo delle caldarroste e del buio che sorprende arrivando all’improvviso nel primo pomeriggio. E’ il frusciare ovattato di una coperta di lana, è l’acqua di un ruscello che scorre veloce, il pigiare dei piedi in vendemmia.

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INSALATA DI SPINACINI, ANACARDI, MANGO E PANE CROCCANTE

Fa caldo. Finalmente.

Un po’ però lo sto patendo. Ma forse è solo perchè non ci sono più abituata.
Provengo da una terra arida e assolata, in cui l’aria bollente della Mezza rende sempre tremulo l’orizzonte e a meno che non si stia con i piedi ammollo da qualche parte, in quelle ore è meglio starsene rinchiusi dentro casa, tra la frescura di vecchie mura portanti, meglio se intonacate di bianco. Per alcuni anni, da piccola, sono vissuta in un paesino sperduto dell’entroterra siciliano, conosciuto al mondo solo per aver dato i natali a Giovanni Verga, e successivamente a mio padre. Là, la mia famiglia aveva un piccolo palazzetto cielo-terra, situato nella parte alta del paesino che diventava tappa fissa nei tre mesi estivi.

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